Dagli Stati Uniti, l’amministrazione di Donald Trump continua a ripetere che Vladimir Putin vuole “una pace duratura” e che questa sarebbe ormai dietro l’angolo, al punto che si attendono novità “a breve”. A dirlo è l’inviato speciale della Casa Bianca per il Medio Oriente, Steve Witkoff, che, di ritorno dal colloquio a Mosca con lo zar, ha dichiarato in un’intervista a Fox News che “la richiesta di Putin è di raggiungere una pace permanente”, aggiungendo che “potremmo essere sul punto di qualcosa di molto, molto importante per il mondo intero”.
Peccato che questa ondata di ottimismo sembri scontrarsi con quanto accade sul campo di battaglia, dove i bombardamenti continuano senza sosta. Perfino il Cremlino, pur ammettendo che i negoziati con gli USA procedono positivamente, ha raffreddato l’entusiasmo del tycoon, rivelando che “la questione ucraina è così complessa che è difficile aspettarsi risultati immediati”. Insomma, la sensazione è che ci vorrà ancora del tempo per riuscire ad arrivare alla fine delle ostilità.
La pace in Ucraina è un rebus: Trump si dice ottimista, mentre Lavrov frena
La chiave del presunto accordo di pace, sempre secondo Witkoff – che sembra dare l’intesa per praticamente raggiunta – riguarderebbe “i cosiddetti cinque territori” (facendo probabilmente riferimento, senza nominarli, alla Crimea, annessa illegalmente dalla Russia nel 2014, e alle regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, attualmente parzialmente occupate), ma anche “i protocolli di sicurezza e la questione della NATO”. Tutti temi che, a suo dire, potrebbero essere risolti in modo molto rapido.
Che questi siano i nodi ancora da sciogliere lo ha confermato anche il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, affermando che “non è facile concordare gli elementi chiave di un accordo, se ne sta discutendo”, lasciando intendere che la strada è ancora lunga. Il capo della diplomazia russa ha poi lanciato nuove accuse all’Unione Europea, ritenuta responsabile di voler prolungare la guerra. Secondo lui, in vista delle elezioni presidenziali in Ucraina, Bruxelles “farà di tutto per garantire che il regime non cambi nella sua essenza. Troveranno un nuovo mezzo Führer, che sarà meno dipendente da varie sostanze, ma l’essenza del regime rimarrà”.
L’amministrazione Trump si spacca
Parole, quelle di Lavrov, che secondo molti esperti di politica internazionale servirebbero solo a prendere tempo, così da consentire alla Russia di continuare la sua avanzata in Ucraina e annettere altri territori. Una convinzione che inizia a farsi strada anche all’interno di diversi alti funzionari dell’amministrazione Trump. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, alcuni di loro avrebbero “consigliato” al presidente USA di essere “più cauto” nei confronti della Russia.
In particolare, il segretario di Stato Marco Rubio e l’inviato speciale per l’Ucraina, Keith Kellogg, avrebbero invitato il tycoon a mantenere uno sguardo “scettico” rispetto alla presunta apertura di Mosca verso la pace. Per questo motivo suggeriscono a Trump di adottare un approccio “più duro” sulle concessioni territoriali richieste dalla Russia a Kiev.
Un appello che sembra però essere caduto nel vuoto. Di tutta risposta, infatti, l’inquilino della Casa Bianca è tornato a sostenere, sul suo social Truth, che “il presidente Volodymyr Zelensky e Joe Biden hanno fatto un lavoro orribile nel consentire” l’inizio di questa guerra, evitando di sottolineare che il conflitto è stato scatenato per scelta di Putin.
Ma non è tutto. Tornando sull’attacco che ha causato quasi 40 vittime e il ferimento di un centinaio di ucraini intenti a celebrare la Domenica delle Palme, Trump ha poi assolto il presidente russo, affermando di aver ricevuto rassicurazioni da Mosca sul fatto che si sia trattato di un “mero incidente”.
Parole che hanno provocato la reazione della Commissione Europea, la quale ha dichiarato di “non voler commentare i commenti” del tycoon, preferendo ribadire “la nostra posizione rispetto alla guerra di aggressione della Russia in Ucraina, che è stata scatenata da Putin e non da Zelensky”.