Vedo sui giornali, anche su un quotidiano come Repubblica, una volta santuario della sinistra, che un mare di lettori gongola per la vittoria del centrodestra in Abruzzo. Mi deprime.
Gemma Palestini
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Cara lettrice, ho notato anch’io l’osceno godimento di chi è un fascio da una vita e oggi esce allo scoperto con protervia perché si ritiene sdoganato dal presente governo. È uno spettacolo insulso ma sociologicamente interessante. Se godono così tanto, è perché temevano il peggio, sapendo che razza di maramaglia è il centrodestra abruzzese (e non solo abruzzese) con il presidente Marsilio che governa da remoto dalla sua casa alla Garbatella e nella sua beata ignoranza fa fatica a trovare l’Abruzzo sulla carta geografica e non saprebbe arrivarci, senza autista. Uno spettacolo sociologicamente interessante, dicevo, che meriterebbe di essere studiato, ma non mi risulta vi siano ancora libri sulla materia. Il fenomeno rispecchia la deriva di destra in cui quasi tutta l’Europa incorre (l’ultimo in ordine di tempo è il Portogallo, dove il partito fascista ha quadruplicato i seggi, da 12 a 48). Siamo al cospetto di un’evidente regressione civile che purtroppo sarà foriera di grossi guai di qui a poco. Stiamo diventando come l’America, dove la sinistra non esiste, la parola socialismo è anatema e i due soli partiti sono due varianti della destra ordocapitalista, capace perfino di ergersi a difensore dei neonazi Azov e simili. Al confronto il tanto deprecato (spesso a torto) regime russo appare un consesso di conservatori illuminati, quasi un faro di luce in questa notte fascistoide della vecchia Europa.
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