La norma sul voto in condotta di Valditara finisce sul Guardian: “Simile a una legge introdotta da Mussolini”

Il Guardian accosta il ritorno della bocciatura per cattiva condotta introdotta da Valditara a una norma del Duce del 1924.

La norma sul voto in condotta di Valditara finisce sul Guardian: “Simile a una legge introdotta da Mussolini”

L’eco dell’ennesima svolta repressiva nella scuola italiana, impressa dal ministro Giuseppe Valditara col ritorno della bocciatura per il voto in condotta, valica i confini e finisce sulle prime pagine di uno dei più autorevoli quotidiani del pianeta, il Guardian. L’Italia rilancia la politica di bocciatura degli alunni maleducati per ‘riportare il rispetto’“, il titolo del lungo articolo, seguito dal sommario: “I “voti per la condotta”, simili a una legge introdotta da Mussolini, mirano a contrastare la crescente aggressività verso gli insegnanti”. Non certo una bella pubblicità per il ministro l’accostamento con le norme del Duce.

Spiegando il contenuto del disegno di legge approvato mercoledì scorso, la testata inglese ricorda che “La politica dei “voti per la condotta”, simile a una misura introdotta per la prima volta dal governo fascista di Benito Mussolini nel 1924, fa parte di un disegno di legge sull’istruzione che conferisce alle scuole il potere di bocciare gli studenti basandosi esclusivamente sul loro comportamento”.

La storia della legge di Mussolini

Il giornale inglese ricorda poi che “La misura originale dell’era Mussolini rimase in vigore fino alla metà degli anni ’70, prima di essere eliminata nelle scuole elementari e medie dopo le proteste studentesche. Subì modifiche nel corso degli anni prima di essere rimossa in tutte le scuole nel 2000”. Quindi riferisce il commento di “Anna Ascani, esponente del Partito Democratico di centro-sinistra, (che, ndr) ha affermato che la norma di condotta segna ‘un ritorno a un tempo che preferiremmo dimenticare’”.

E, infine, riporta le parole di Valditara e della premier Giorgia Meloni: “Il ministro dell’Istruzione del governo di estrema destra di Giorgia Meloni, ha affermato: “La riforma dei voti in base alla condotta ripristina l’importanza della responsabilità individuale, rende centrale il rispetto delle persone e dei beni pubblici e ripristina l’autorevolezza degli insegnanti”. Meloni ha precedentemente affermato che il cambiamento avrebbe “riportato il rispetto” nelle scuole”, si legge sempre nell’articolo.

Da notare, inoltre, la definizione del giornalista dell’esecutivo italiano – “di estrema destra” – che testimonia come venga percepito all’estero l’attuale governo italiano, con buona pace degli sforzi di Meloni per accreditarsi oltreconfine come una leader di destra moderata.

La gioia di Salvini per la legge sulla condotta

Se il giornalista britannico avesse avuto un po’ più spazio, probabilmente nell’articolo avrebbe potuto inserire anche il tweet trionfale vergato da Matteo Salvini sull’argomento: “Una grande vittoria della Lega: è finalmente legge la riforma voluta dal ministro Valditara su voto in condotta e valutazione. Tra le principali novità: bocciatura con il 5 in condotta, rimandato a settembre con il 6; ritorno dei giudizi sintetici nelle scuole primarie (da ottimo a insufficiente); multa fino a 10 mila euro per chi offende o aggredisce personale scolastico. Una riforma di buonsenso che rimette al centro l’educazione, il rispetto e un sano rapporto tra studenti e docenti. Bene così”.

Quando Matteo non riusciva a leggere una pagella di quinta elementare

Del resto forse al collega inglese era sfuggito il grido d’aiuto affidato a TikTok dallo stesso Salvini nel febbraio del 2023 sulle sue oggettive difficoltà a leggere e comprendere la pagella della figlia, di quinta elementare: “Ho visto la pagella online di mia figlia, quinta elementare. Per interpretarla e capirla ci vuole la laurea. Non so se mi ascoltano altre mamme e papà o professori. La pagella è lunghissima, ai miei tempi c’erano le materie con ottimo, distinto, sufficiente. Ora per italiano ci sono otto voci, senza giudizi ma ‘avanzato, intermedio, base o in via di prima acquisizione’. Non è più semplice rimettere i voti con i numeri?’”, si chiedeva con aria spaesata.

Per poi aggiungere: “In questo modo quattro è quattro, sei è sufficiente, nove è eccellente, tre vuol dire che bisogna ripensare qualcosa. Non capisco a chi diano fastidio i voti. Dicono che turbino i bambini, e invece così ci mettono un quarto d’ora a capire com’è andata l’interrogazione. ‘In via di prima acquisizione’ ho capito che significhi ‘insufficiente’. E allora meglio dire ‘insufficiente’”. Ennesima dimostrazione che forse, al posto di cambiare le leggi – a volte – è meglio cambiare i ministri…