La ‘ndrangheta sbarca a New York. A confermarlo è l’ultima inchiesta da parte della Procura di Catanzaro, guidata dal procuratore Nicola Gratteri, che ha portato alla luce un’associazione mafiosa che da Rocca di Neto, nel crotonese, spingeva la propria influenza fino agli Stati Uniti.
Sono ben 18 i provvedimenti di fermo eseguiti dalla polizia emessi dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Paolo Sirleo, ed eseguiti da duecento agenti del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato (Sco), delle Squadre mobili di Crotone e Catanzaro e dei Reparti prevenzione crimine, in collaborazione con il Federal Bureau of Investigation (Fbi) statunitense.
Agli indagati, a seconda delle posizioni, viene contestata l’associazione di tipo mafioso, l’associazione finalizzata a commettere più delitti inerenti l’acquisto, la detenzione, il trasporto, la cessione e la vendita di sostanze stupefacenti, l’estorsione, nonché porto e detenzione illegale di armi e munizioni. Tutti reati che per gli inquirenti sono aggravati dal metodo mafioso.
Le cosche sbarcano a New York
Stando a quanto trapela, nel corso dell’operazione, con cui è stata colpita la cosca Corigliano Comito, sono state effettuate diverse perquisizioni sia in Italia che negli Stati Uniti. L’ipotesi degli inquirenti è che la cosca crotonese, decisa a espandersi sempre più, aveva attivato un gruppo satellite a New York composto da italo-americani da tempo residenti nella metropoli statunitense e che gestivano diverse attività illecite.
Proprio durante le perquisizioni sarebbero state trovate anche numerose armi da fuoco, tra cui pistole e fucili, che servivano agli indagati per rafforzare le proprie capacità operative.