Il comico tedesco Jan Böhmermann sarà processato dalla Turchia. La sua colpa è stata di aver recitato una poesia satirica contro il presidente Recep Tayyip Erdogan, definito “perverso” e “zoofilo”. Parole pesanti, certo. Ma la cancelliera Angela Merkel non ha posto alcun divieto al Governo di Ankara, consegnando la possibilità al Sultano di punire chi ha osato insultarlo. E la mossa di Berlino è stata interpretata come la prima resa ai voleri di Erdogan, che è diventato partner strategico nella gestione dei migranti. Con tanti saluti a chi chiede un maggiore impegno della Turchia sulla libertà di espressione in un Paese che vede decine di giornalisti incarcerati.
La mancata opposizione di Merkel
Eppure, secondo quanto recita il paragrafo 103 del codice penale, la Germania avrebbe potuto negare la possibilità di procedere contro Böhmermann. Perché il testo prevede – in caso di denuncia di un capo di Stato straniero per offese – la necessità di ricevere il via libera dal cancelliere. La Merkel, invece, non ha difeso il comico e ha telefonato personalmente il premier turco Ahmet Davutoğlu definendo “volutamente offensiva” la poesia. Tuttavia, nell’Esecutivo non sono mancate le tensioni. “Ci sono state opinioni differenti tra i partner di coalizione”, ha ammesso la cancelliera, che allo stesso tempo ha annunciato la cancellazione di quel paragrafo. E in questo caso testa comunque una certezza: Böhmermann avrà anche esagerato. Ma ora rischia un massimo di cinque anni di carcere.