di Fabrizio Gentile
Tutti i sondaggi parlano di risultato incerto, riferendosi al peso che i singoli partiti potranno avere nelle elezioni di questo fine settimana. E invece, a ben guardare, è già tutto scritto. nel senso che si sa già che la Merkel resterà saldamente al suo posto, e si sa già che avrà bisogno di condividere il suo trono con altri partiti: o una riedizione dell’attuale coalizione Cdu-Csu e Fdp, oppure una grosse Koalition fra Cdu-Csu e Spd.
A due giorni dalle urne, l’unica vera incertezza – che agita non poco le stande del potere a Berlino – è se il partito anti-euro AfD supererà 5%. E’ probabile di si’. Tutto dipenderà dai milioni di tedeschi che non hanno ancora le idee chiare: uno su tre, il 31%, stando all’istituto Forsa. L’Euro, d’altronde, non va giù ai tedeschi per motivi diametralmente opposti ai nostri. I paesi a sud dell’Europa si sentono schiacciati dalle imposizioni sui parametri di stabilità, senza peraltro poter più ricorrere all’inflazione; dalla pancia della Germania invece si sentono sempre più forti i brontolii per una Nazione che deve “prestare soldi” ai paesi in difficoltà per impedire un default totale.
Il ‘barometro politico’ della Zdf dà la Cdu-Csu al 40%, la Fdp al 5,4%, la Spd dello sfidante Peer Steinbrueck al 27%, i Verdi al 9% e la Linke (Sinistra) all’8,5%: lieve maggioranza quindi per il governo (45,5%) rispetto alla sinistra (44,5%). Alternative fuer Deutschland e’ al 4%. Forsa indica invece i due blocchi alla pari: al 45% (Cdu-Csu al 40% e Fdp al 5%, Spd al 26%, Verdi al 10%, Linke al 9%. AfD al 4%). Il gran numero di indecisi, 31%, potrebbe però stravolgere totalmente il quadro.
Nel confronto personale, Forsa segnala sempre una forte forbice fra la Merkel e Steinbrueck: 54% a 28%. Pareggio anche secondo un altro sondaggio Allensbach, che esce oggi sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung: Cdu-Csu al 39,5%, Fdp al 5,5% (45% assieme), Spd al 27%, Verdi e Linke al 9% (45% assieme). La AfD è data al 4,5%. Infine, un altro sondaggio Emnid, che uscirà sulla Bild am Sonntag domenica, giornata elettorale, assegna alla coalizione di governo un punto di vantaggio sull’opposizione (45% a 44%): Cdu-Csu 39%, Fdp 6%, Spd 26%, Verdi e Linke 9%. L’AfD è al 4%. In Germania non esiste un divieto di divulgare sondaggi prima delle elezioni ma questa è la prima volta che si fa a gara fino all’ultimo e il presidente del Bundestag Norbert Lammert ha criticato la prassi: “Non è una conquista”, la divulgazione il giorno stesso delle elezioni dovrebbe essere evitata, c’è il rischio che la gente “confonda i sondaggi con i risultati veri”. Il quadro complessivo è dunque di parità fra i blocchi con la precisazione però che una coalizione rosso-rosso-verde (Spd, Verdi e Linke) è irrealistica perche’ Steinbrueck l’ha categoricamente esclusa e proprio ieri – di fronte a voci secondo cui la Spd, se costretta ora a entrare in una grande coalizione, potrebbe fare un ribaltone a metà legislatura – ha detto che un’alleanza con la Linke non ci sarà fino a tutto il 2017 (fine della prossima legislatura). Gli sfidanti, Merkel e Steinbrueck continuano a macinare comizi al ritmo di due al giorno e anche a fare promesse per strappare voti. Steinbrueck ha giurato niente Linke e la Merkel ha scippato un cavallo di battaglia della Spd minacciando le parti sociali di un intervento del governo se non si metteranno d’accordo sul salario minimo. I liberali, agitati dallo spettro dell’uscita dal governo, si sono lanciati in una campagna alla cattura dei voti Cdu con la seconda scheda elettorale, quella con cui si vota per il partito.