La conferenza stampa tenuta ieri dalla premier Giorgia Meloni, presente anche il numero uno di via XX Settembre Giancarlo Giorgetti, è sembrata un remake di quella tenuta a febbraio scorso da Mario Draghi e dall’allora ministro dell’Economia, Daniele Franco. Allora come ieri presidente del Consiglio e titolare del Mef hanno sferrato un attacco senza precedenti al Superbonus 110% che ha tirato la volata all’edilizia e all’economia in generale, con ricadute positive sull’ambiente e sull’occupazione, certificate da report e statistiche.
Anticipato il décalage al Superbonus dal 110% al 90 per cento per le spese sostenute nel 2023 per i condomini
La conferenza stampa, organizzata per illustrare le misure varate giovedì col decreto Aiuti quater, è stata così monopolizzata dalla norma che assesta una prima sforbiciata all’incentivo figlio del M5S. Si anticipa, infatti, il décalage al Superbonus dal 110% al 90 per cento per le spese sostenute nel 2023 per i condomini e si introduce la possibilità, anche per il 2023, di accedere al beneficio per i proprietari di singole abitazioni, a condizione però che si tratti di prima casa e che i proprietari stessi non raggiungano una determinata soglia di reddito (15mila euro l’anno, innalzati in base al quoziente familiare).
Il Superbonus si applica invece al 110 per cento fino al 31 marzo 2023 per le villette unifamiliari che abbiano completato il 30 per cento dei lavori entro il 30 settembre di quest’anno. Così se Franco e Draghi avevano definito le truffe sul Superbonus come “tra le più grandi che questa Repubblica abbia mai visto” (nonostante, numeri alla mano, le frodi sull’incentivo in questione tra tutti i bonus riguardassero una percentuale di appena il 3%), Meloni e Giorgetti non sono stati da meno.
“Segnalo a chi ha fatto la campagna elettorale dicendo che con questo strumento si poteva ‘gratuitamente’ ristrutturare casa, che questo ‘gratuitamente’ pesa sulle casse dello Stato per circa 60 miliardi di euro”, con “un buco di circa 38 miliardi. È un concetto di gratuità un po’ bizzarro”, attacca Meloni.
E ancora: “La copertura al 110% ha determinato una deresponsabilizzazione” e “una distorsione sul mercato” e il beneficio “è andato prevalentemente a favore dei redditi medio-alti. Abbiamo deciso di intervenire per correggere alcune distorsioni. Concentriamo questa misura verso chi ha maggiori necessità”. Un concetto che Giorgetti rilancia: “Non si è mai visto una misura che costasse così tanto a vantaggio di così pochi”.
Ma a smentire Meloni e Giorgetti ci pensa l’Ance. L’Associazione dei costruttori edili ritiene che “cambiare le regole in 15 giorni significa penalizzare soprattutto i condomini partiti per ultimi”, quelli delle “periferie e delle fasce meno abbienti” che, per avviare i lavori “hanno avuto bisogno di tempi più lunghi e di vedere interamente coperti finanziariamente gli interventi”. La norma del governo peraltro non sblocca il meccanismo dei crediti fiscali inceppato dagli innumerevoli interventi normativi di Draghi.
Tanto che Forza Italia, che già alla vigilia del Consiglio dei ministri aveva criticato l’inserimento della norma sul Superbonus senza prima un confronto preventivo interno alla maggioranza, annuncia già da ora un emendamento per spostare la data di scadenza delle agevolazioni e chiede al Governo – come recita una nota di Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo – “un tempestivo intervento mirato allo sblocco dei crediti fiscali maturati che le aziende, in questo momento, non riescono a cedere”.
Conte: “Sul Superbonus il governo cambia le regole in corsa e rompe il patto con famiglie e imprese”
Giorgetti a tal proposito spiega che è passata l’idea che “il credito d’imposta sia come moneta ma non è così”. Per concludere che “la cessione e la cedibilità del credito è una possibilità, non un diritto”. Non ci sta il M5S. “Sul Superbonus il governo cambia le regole in corsa e rompe il patto con famiglie e imprese, danneggiando chi aveva già programmato investimenti. Non solo agisce in perfetta linea di continuità con il governo Draghi, quanto piuttosto rafforza il boicottaggio di questa misura”, dice il leader Giuseppe Conte.