di Stefano Sansonetti
A un certo punto il Gran maestro aggiunto la butta là, pungolato da una domanda. Le donne in massoneria? “Beh, visti i tempi è un tema”. L’uscita ha qualcosa di rivoluzionario, soprattutto se applicata al Goi (Grande Oriente d’Italia) la più grande comunione massonica operante in Italia con i suoi 23 mila iscritti, per ora inaccessibile alla quote rosa. Il fatto è che il Goi ha deciso di portare avanti una vasta operazione di “marketing” per riuscire a scrollarsi di dosso le polemiche nate dal braccio di ferro con la Commissione Antimafia. Sul finire della scorsa legislatura l’organismo bicamerale, guidato da Rosy Bindi, ha fatto sequestrare gli elenchi degli iscritti in Sicilia e in Calabria, a seguito di alcune inchieste giudiziarie su presunte infiltrazioni della criminalità organizzata nelle logge. Quadro che richiama le peggiori stagioni della massoneria, come le deviazioni della P2 di Licio Gelli. Insomma, i grembiulini sembrano intenzionati a comunicare all’esterno una massoneria diversa. Da qui la progressiva pubblicizzazione di tutta una serie di iniziative filantropiche.
Lo schema – Ma cosa potrebbe esserci di più “pop” dell’ammissione del gentil sesso in templi finora rimasti rigorosamente serrati? Per capire meglio la strategia occorre ritornare alle parole di cui sopra: “Visti i tempi è un tema”. A pronunciarle è stato venerdì scorso Santi Fedele, Gran maestro aggiunto del Goi, peraltro alla presenza del Gran maestro Stefano Bisi. Il fatto è che in una sala annessa alla Chiesa del Sacro Cuore di Cristo Re, a due passi dalla Rai di Viale Mazzini (con tanti dipendenti ed ex dipendenti del gruppo Tv intervenuti per l’occasione), è andato in scena un dibattito sull’ultimo libro di Bisi, eloquentemente intitolato “Massofobia”. Il cuore del testo denuncia di una sorta di persecuzione subìta dal Goi negli ultimi due anni, soprattutto a causa delle incursioni dell’Antimafia culminate con i famosi sequestri degli elenchi di iscritti. Per il Goi si tratta di una sorta di “aggressione” che ha meritato un ricorso alla Corte europea dei diritto dell’uomo, per il quale ci si è affidati nientemeno che a Vincenzo Zeno Zencovich. A un certo punto, però, dal palco è arrivata la maliziosa domanda sulle donne nella massoneria. E qui, se vogliamo, la risposta è stata sorprendente anche perché arrivata da Santi Fedele. Il Gran maestro aggiunto, infatti, è conosciuto per la sua impostazione molto legata alla tradizione del Goi.
La tradizione – Un posizione più volte condivisa anche con un altro “acerrimo nemico” delle donne in massoneria, ovvero il Grande oratore del Goi Claudio Bonvecchio. Fedele, invece, ha detto che “c’è un tema”. E ha anche citato l’esperienza della Stella d’Oriente degli Stati Uniti, riservata alle donne. Certo, ha spiegato, l’esclusione delle donne è determinata da una tradizione che vede i riti di iniziazione intrisi di elementi di “solarità”, laddove nell’iconografia massonica l’uomo è sole mentre la donna è luna. Ma visti i tempi, e la necessità di essere percepiti all’esterno in modo diverso, è forse arrivato il momento di concedere un’apertura. C’è chi dice che questa potrebbe essere la grande carta giocata da Bisi per dare uno svolta all’obbedienza. Anche perché, sebbene il Goi la faccia da padrone, in Italia ci sono obbedienze che ammettono il gentil sesso. E’ il caso della Gran Loggia d’Italia degli Alam, forte di quasi 10 mila iscritti, di cui il 30% donne. Qualche indizio fa capire che l’argomento è sul tavolo. Il prossimo 21 aprile, presso la casa del Goi a Milano, ci sarà una Conferenza sul tema dell’“esoterismo al femminile”. A confrontarsi saranno esponenti dello stesso Grande Oriente d’Italia e rappresentanti della Gran loggia massonica femminile d’Italia. Qualcuno vuole lanciare il dado.
Twitter: @SSansonetti