Doveva essere una manovra lampo, approvata in tempi molto più rapidi del solito. Obiettivo neanche così difficile da raggiungere, considerando che la maggioranza non ha potuto presentare emendamenti e che lo spazio per modifiche in Parlamento è stato praticamente azzerato. E invece la maggioranza è riuscita comunque a trascinare la partita della legge di Bilancio fino al 18 dicembre, quando arriverà in Aula al Senato.
I prossimi sono – verrebbe da dire finalmente, dopo un mese e mezzo senza nulla di fatto – i giorni decisivi per la manovra. Al Senato la battaglia deve praticamente ancora iniziare, con le opposizioni sul piede di guerra e che già invocano lo spettro dell’esercizio provvisorio.
La manovra entra finalmente nel vivo
Oggi è atteso in commissione Bilancio al Senato il pacchetto di emendamenti del governo che dovrebbe sciogliere gli ultimi nodi. Poi è fissato a martedì 12 alle ore 10 il termine per presentare sub-emendamenti e, a quel punto, finalmente la discussione entrerà nel vivo con i primi voti che potrebbero iniziare il 13 dicembre.
La discussione in Aula è stata rinviata al 18 dicembre, dove si punta a un’approvazione veloce. Ma il passaggio alla Camera, a questo punto, arriverà soltanto tra Natale e fine anno. Altro che tempi record come aveva prospettato il governo, considerando il completo annullamento del dibattito parlamentare. Il rischio è anche quello – invocato tutti gli anni – dell’esercizio provvisorio, in caso di mancata approvazione entro la fine dell’anno. Un rischio che quest’anno sembrava praticamente impossibile considerando la riduzione al minimo del dibattito parlamentare.
Scontri e scioperi
Il governo ha depositato alcuni emendamenti nella tarda serata di giovedì e uno di quelli che ha suscitato più polemiche riguarda gli stanziamenti per le forze di polizia, le forme armate e i vigili del fuoco: una misura che prevede 100 milioni che vengono però tagliati dalla dote (già molto bassa) per le modifiche parlamentari. Neanche l’intervento sulle pensioni di alcune categorie della Pa è bastato a placare le proteste sul tema, con una correzione che non convince i sindacati: quelli dei medici hanno infatti confermato lo sciopero del 18 dicembre.