di Francesca Malandrucco
Una bomba ecologica nel polmone verde d’Italia, l’Umbria, che rischia di esplodere da un momento all’altro. E’ la discarica di Borgo Giglione, a Magione, un piccolo comune alle porte di Perugia a cui è toccato un fardello decisamente troppo grande. La piccola discarica aperta negli anni 60’ è passata a gestire da poche migliaia a centinaia di migliaia di metri cubi di spazzatura, con l’obiettivo di raggiungere nei prossimi cinque anni quota un milione e mezzo di metri cubi di immondizia, pari quasi al volume della discarica di Malagrotta a Roma. Solo che qui ci troviamo in un piccolo angolo di paradiso verde, o almeno lo era fino a qualche anno fa, stretto tra i comuni di Magione, Perugia, Corciano e Umbertide, un territorio di ulivi, di pascoli e di coltivazioni biologiche.
Terra avvelenata
Il problema è serio. La discarica, destinata a dividersi insieme all’invaso di Belladanza la maggior parte dei rifiuti dell’Umbria secondo il piano formulato dalla Regione nel 2009, starebbe lentamente avvelenando il terreno. E’ questo il dato più inquietante che emerge da uno studio di un team di geologi dell’Università di Perugia e commissionato da Corciano Attiva, un gruppo agguerrito di cittadini che negli anni lotta per difendere il territorio di quello che era considerato il comune più all’avanguardia d’Italia in tema di ambiente ed ecologia. Il sistema di impermeabilizzazione della discarica, che isola il terreno con le sue falde dalle infiltrazioni di sostanze tossiche prodotte dai rifiuti come il percolato, non sarebbe stato adeguato a sopportare l’80 per cento dell’ampliamento della discarica, che avverrà per sopraelevazione. Questo vuol dire che sono a rischio, non solo il terreno e le falde, ma tutto quello che ruota intorno a quest’area verde: campi coltivati, uliveti, greggi di pecore e, soprattutto, la salute dei cittadini. Insomma la nuova collina di monnezza che sta già sorgendo in un territorio che negli anni era riuscito a resistere alle speculazioni edilizie, rischia di essere un boomerang per l’immagine della regione più verde d’Italia.
Il re della spazzatura
La storia di Borgo Giglione in qualche modo è intrecciata con quella della decisamente più famosa Malagrotta, con cui condivide non solo le future cubature, ma soprattutto la proprietà. Tutto è nella mani dell’avvocato Manlio Cerrone, il re della spazzatura romana, che controlla da monopolista anche il mercato dell’immondizia in Umbria. La discarica in esame, infatti, è gestita dalla Gest srl, che dal 2010 ha preso in affidamento i servizi di igiene urbana di ben 23 comuni umbri, da Perugia a Todi, da Bastia e Assisi a Deruta, da Fratta Todina a Citta’ della Pieve. Azionista di maggioranza della Gest (70%) è la Gesenu, che è anche il braccio operativo, di proprietà quest’ultima per il 55 per cento del Gruppo Sorain Cecchini, di cui è presidente l’avvocato Cerroni, e per la restante quota del Comune di Perugia.
Ora i cittadini dei comuni che gravitano intorno alla discarica, a partire da Corciano Attiva, hanno deciso di unirsi per denunciare con una grande manifestazione indetta per fine mese il pericolo che incombe su quello che sarebbe dovuto rimanere un angolo bello d’Italia.
Un’area ricca di monumenti
Qui, proprio intorno alla discarica, ci sono luoghi di pregio come la Cinquecentesca Villa Colle del Cardinale, disegnata da Galeazzo Alessi, il castello del ‘200 di Antognolla, e la tomba etrusca del Faggeto, del II secolo a.C., scoperta agli inizi del ‘900 completa di corredi interni, ritrovati praticamente intatti. Non solo il territorio fa parte della filiera turismo – ambiente – cultura, un progetto di tutela dell’ambiente e dei beni culturali voluto dalla Regione Umbria nel 2004.
La discarica si trova proprio al centro di una collina, che all’inizio era nascosta nel verde. Per raggiungerla si deve percorrere un’unica sola piccola strada “vicinale”, nata come mulattiera e poi allargata “abusivamente”. Qui oggi a mala pena passano le macchine in un unico senso di marcia. Eppure anche la strada, così come la collina, è stata devastata dalla presenza della discarica. Ogni giorno, dall’alba alle prime ore del pomeriggio, la stradina è percorsa da decine e decine di camion che confluiscono i rifiuti in discarica. Il piano previsto dall’Ati 2 (il consorzio di comuni che ruotano intorno a Perugia), ne prevedeva al massimo il passaggio di 13 al giorno. E invece ne transitano almeno 40.