Con il Governo alle prese con l’emergenza Coronavirus, la maggioranza si spacca e va sotto in commissione Finanze alla Camera. Alle prese ieri con l’elezione del nuovo presidente dopo l’addio di Carla Ruocco, designata alla guida della commissione d’Inchiesta sulle banche. Al suo posto sarebbe dovuto arrivare il candidato designato (ufficialmente) dai Cinque Stelle, Nicola Grimaldi, ma a spuntarla, proprio grazie alle divisioni interne al Movimento, è stato invece il suo avversario (interno allo stesso M5S) Raffaele Trano (nella foto). Al termine di un voto sul filo di lana (20 a 19) che ha consegnato all’outsider pentastellato, grazie al blitz decisivo di alcuni franchi tiratori, la vittoria sul collega designato e sostenuto – più in teoria che in pratica – dall’intero asse giallorosso. Insomma, nel Movimento si pone ora una questione politica tutt’altro che irrilevante.
“La resa dei conti con gli ex M5S è ufficialmente aperta, perché è evidente che d’ora in poi faranno pesare i loro numeri”, sussurra un deputato pentastellato fedele alla linea dettata dai vertici del Movimento che non nasconde la sua preoccupazione per la tenuta della maggioranza. Il tema, del resto, non è secondario. Decisivo, del resto, per l’elezione di Trano, è stato proprio il voto dell’ex M5S, transitato nel gruppo Misto, Nunzio Angiola. E le opposizioni già si fregano le mani. C’è chi già prefigura un possibile cambio di maggioranza, con il sostegno dei dissidenti M5S nell’inedito ruolo di responsabili, per dare vita ad un Esecutivo di Centrodestra senza Conte. Ipotesi, peraltro, vagheggiata qualche settimana fa da Silvio Berlusconi. Fantapolitica? Si vedrà.
E mentre nel Movimento è scattata la caccia ai franchi tiratori, Luca Pastorino, invita i Cinque Stelle a un chiarimento: “L’elezione di Trano è un vulnus politico: abbiamo un presidente della Commissione eletto coni voti della minoranza che ha già due vice presidenti”. E dal capogruppo M5S, Davide Crippa, la richiesta di un passo indietro: “Auspichiamo che Trano non consentirà che la sua elezione possa essere strumentalizzata, lasciando così, alla maggioranza, la possibilità di procedere ad una nuova votazione”. Ma il neo eletto non sembra ben disposto: “Ho messo d’accordo maggioranza e opposizione, sarò il presidente di tutti”.