La Libia ha consegnato al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, una serie di proposte per la modifica del memorandum del 2017 che andrebbero incontro alle richieste avanzate dal governo italiano a quello di Tripoli. “La Libia si impegna nell’assistere i migranti salvati nelle loro acque – si legge in una parte del documento -, a vigilare sul pieno rispetto delle convenzioni internazionali attribuendo loro protezione internazionale così come stabilito dalle Nazioni Unite”.
“Oggi – ha detto Di Maio incontrando i giornalisti al suo rientro a Ciampino – è stato ottenuto un risultato importante, il presidente Serraj (nella foto) mi ha consegnato la proposta libica di modifica al memorandum 2017 in materia migratoria. Dobbiamo approfondire i contenuti di questa proposta, ma da una prima lettura sembra vada nella giusta direzione. Confido che presto potremo avviare un apposito comitato misto per negoziare il testo. La data dovrebbe essere quella del 2 luglio, intorno alla quale si potrà avviare il comitato per iniziare i negoziati sulle modifiche al memorandum”.
“Il viaggio in Libia di oggi – ha detto ancora Di Maio – è stato fondamentale per riannodare le fila di un dialogo mai interrotto, anche nelle fasi più drammatiche del Covid-19. La mia visita è in una cornice di massima condivisione europea, la Libia è una priorità per la nostra politica estera e per la sicurezza nazionale. Siamo determinati a difendere i nostri interessi geostrategici, che coincidono con quelli dello stremato popolo libico. Abbiamo fatto presente al presidente Serraj che il rischio di combattimenti e vittime per liberare Sirte va evitato. E’ essenziale evitare il congelamento del conflitto porterebbe a una divisione inaccettabile per il Paese, anticamera di nuovi conflitti”.
“Diciamo no a una nuova escalation militare – ha detto ancora il ministro degli Esteri -, piuttosto questa deve essere un’occasione per negoziare un ‘cessate il fuoco’ che coinvolga tutti gli attori in gioco. Non ci può essere alcuna soluzione militare alla crisi libica, l’unico percorso di pace è l’accordo negoziato dalle Nazioni Unite. Le armi non sono la soluzione a questa crisi, la Libia merita di più. E’ stata accolta con favore – ha aggiunto – la ripresa dei negoziati 5+5, l’aspettativa italiana è che si registrano progressi nella controparte libica. La diplomazia ha tempi più lunghi delle armi, ma porta a risultati più sostenibili. L’afflusso di armi in violazione dell’embargo deve cessare, l’operazione Irini ha un ruolo fondamentale. Irini deve essere geograficamente bilanciata e imparziale. Vogliamo informare le Nazioni Unite su tutte le violazioni dell’embargo. L’Italia rimane per Tripoli un partner insostituibile”.