Dopo le prime indiscrezioni che hanno gettato nel panico il nord Africa, il Capo di Stato Maggiore delle Forze di Terra del Comando Generale libico di Bengasi ha confermato che lo spostamento delle sue unità verso il sud-ovest del Paese rientra in un piano globale volto a proteggere il confine meridionale. L’obiettivo è rafforzare la sicurezza nazionale in questa regione strategica, intensificando i pattugliamenti nel deserto e monitorando la situazione. striscia di confine con i paesi vicini. Si precisa inoltre che questa mossa “non prende di mira nessuno”.
Ciò è avvenuto in una dichiarazione video diffusa di un portavoce del capo di stato maggiore delle forze di terra di Bengasi, sulla sua pagina Facebook, sui pattugliamenti nel deserto delle forze di Khalifa Haftar. La dichiarazione aggiunge che la mossa avviene “in attuazione delle istruzioni del feldmaresciallo Haftar nel quadro del rafforzamento della sicurezza ai confini e del confronto con qualsiasi minaccia che possa colpire la sicurezza e la stabilità della nazione”.
Ha continuato: “Le unità militari si sono spostate nelle aree assegnate per metterle in sicurezza, che sono le città di: Sabha, Ghat, Abari, Murzuq, Al-Qatrun, Brak, Al-Shati e Adre, in cui ci sono principalmente unità affiliate con il Comando Generale, al fine di rafforzare la sicurezza in quelle aree e stabilire le basi della sicurezza”.
Libia, Onu: preoccupa “mobilitazione delle forze” a sud-ovest
Una spiegazione che non sembra tranquillizzare le Nazioni Unite che guardano con crescente apprensione alla situazione. Infatti la missione Onu in Libia (Unsmil) ha espresso “preoccupazione per la recente mobilitazione delle forze in varie parti della Libia, in particolare nelle regioni meridionali e occidentali”, invitando “tutte le parti a esercitare la massima moderazione e a evitare qualsiasi azione militare provocatoria che potrebbe essere percepita come offensiva e potrebbe mettere a repentaglio la fragile stabilità della Libia e la sicurezza del suo popolo”.
In una nota Unsmil ha quindi sollecitato “comunicazione e un coordinamento continui tra le forze affiliate all’Esercito nazionale libico (guidate da Khalifa Haftar, ndr) e quelle al governo di unità nazionale” di Tripoli.