Niente Salone del libro unico. Il MiTo, che doveva unire Milano e Torino nella rassegna a favore della diffusione della lettura, è saltato, nonostante l’impegno promesso dal ministro, Dario Franceschini. Del resto nelle ultime ora la situazione aveva preso chiaramente una piega negativa: Torino non era disposta ad accettare un ruolo di secondo piano. E la sindaca Chiara Appendino ha subito lanciato la sfida: “Trent’anni di storia e di cultura si onorano non si cancellano. Torino si prepara al Salone del libro più straordinario di sempre”. Ma dal Governo viene manifestato tutto il malumore: “È una sconfitta per l’Italia. Abbiamo provato a favorire un accordo, ma ci sono state troppe rigidità. Avremo due eventi che si fanno concorrenza a 100 chilometri di distanza”, ha detto Franceschini.
L’Associazione italiana editori (Aie) ha accolto la notizia con disappunto: “Ce l’abbiamo messa veramente tutta per trovare un accordo in linea con quanto ci aveva chiesto il ministro. Non ci siamo riusciti e non per colpa nostra”, hanno dichiarato Federico Motta e Renata Gorgani, in rappresentanza di AIE e La Fabbrica del Libro. ““Abbiamo costruito un progetto a misura di lettore che potesse dare un senso all’esperienza di Milano e Torino insieme, abbiamo assicurato totale supporto e piena disponibilità. Abbiamo ragionato su una macro area e su eventi di pari livello e dignità ma con format diversi. Non siamo riusciti a trovare l’accordo sperato ma siamo disponibili al confronto e a valutare ulteriori progetti con Torino”, hanno aggiunto. Ma alla fine “prendiamo atto della rottura del tavolo ma non siamo noi che abbiamo rotto, deve essere chiaro a tutti. Andiamo avanti da soli: presenteremo la nostra manifestazione, primo tassello del Progetto Promozione del Libro, il 5 ottobre a Milano”, hanno concluso Motta e Gorgani.