Gli israeliani hanno mostrato il video della morte del capo di Hamas Yahya Sinwar, credendo di deprimere il morale dei palestinesi. Ma secondo me hanno ottenuto l’effetto di farne un eroe.
Luisa Carini
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Gentile lettrice, un giornalista americano, Douglas Murray, si è fatto ritrarre spavaldo e in perfetta tenuta da consumista sulla poltrona su cui si accasciò Sinwar poco prima di essere ucciso. Gli ha risposto su X lo scrittore americano-iraniano Shaykh Azhar Nasser: “Se tu lo avessi incontrato da vivo, ti saresti pisciato nei pantaloni”. Questo per dire che la figura del guerriero Sinwar è già avvolta da un’aura eroica e, anche senza l’errore comunicativo degli israeliani, Sinwar era destinato a divenire per sempre un eroe del pantheon palestinese. Sorpreso per strada con altri due miliziani, ferito al braccio destro nello scontro a fuoco, si era rifugiato tra le rovine di un palazzo e lì, spossato dalla perdita di sangue, si era seduto su una poltrona coperta di polvere di cemento. Inseguito da un drone, ha scagliato con la mano sinistra un pezzo di legno contro quell’uccello di ferro che lo cercava. Pochi istanti dopo, una valanga di cannonate ha sepolto lui e il palazzo. L’autopsia ha mostrato che è morto per una pallottola alla testa, forse finito da un soldato o forse suicida per non cadere vivo nelle mani del nemico. Non si sa, ma in entrambi i casi fino all’ultimo respiro Sinwar è stato un guerriero che non dirigeva le operazioni da un luogo sicuro, ma combatteva per strada spalla a spalla coi suoi uomini, come l’ultimo dei resistenti. Il suo nome è già leggenda per il popolo palestinese.
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