Un disegno di legge di un solo articolo con il chiaro intento di “abrogare le disposizioni che vietano la fabbricazione, l’introduzione nel territorio dello Stato e la vendita delle armi da fuoco corte semiautomatiche o a ripetizione, camerate per il munizionamento nel calibro 9×19”. Parliamo di armi “parabellum” e, dunque, con cartuccia fino a poco tempo fa considerata ad uso bellico. E questo spiega perché ad oggi in Italia è vietato non solo l’utilizzo (a meno che non siano destinate alle Forza armate) ma anche la commercializzazione. Ecco: questo disegno di legge permetterebbe sia l’una cosa che l’altra consentendo il possesso a chi dispone della licenza sportiva.
A presentare il ddl che nel frattempo è stato già assegnato alle competenti commissioni, è stata una flotta di 51 senatori leghisti (su un totale di 58), guidati da Massimo Candura e al cui interno troviamo tutti big del Carroccio, da Roberto Calderoli ad Armando Siri, da Alberto Bagnai fino al capogruppo Massimiliano Romeo. Una decisione, quella di presentare questo ddl, che lascia sgomenti e che la Lega giustifica col fatto che il decreto legislativo del 2010 “ha ormai reso lecite le munizione 9×19, ma ha previsto come riservate all’ambito militare le armi corte che sparano quel tipo di munizione”, con “ripercussioni anche economiche”. Insomma, il business prima di tutto.
E a supportare la proposta, il Carroccio ricorda come tali armi vengano rilasciate “per tiro sportivo e ricreativo” già in altri Paesi. Quali, ad esempio? Gli Usa, emblema della liberalizzazione sfrenata delle armi. “è evidente che tutta la lobby armata si è mossa per questo ddl, altrimenti non sarebbe stato firmato da oltre 50 senatori”, commenta il direttore scientifico dell’Osservatorio Permanente Armi Leggere, Carlo Tombola.
Difficile quantificare il beneficio che potrebbe assicurare questo ddl per le lobby armate. “Finora – spiega però Tombola – per aggirare il blocco l’industria italiana aveva inventato un suo calibro, il 9×21, leggermente più lungo. Se dovesse passare il ddl, le industrie potrebbero razionalizzare le spese”. A quanto pare, dunque, questo ddl va legato agli impegni siglati in piena campagna elettorale da diversi esponenti leghisti con le associazioni armaiole. “La strategia sicuritaria della Lega nasce anche da lì’”, conclude ancora Tombola.