La Lega presenta una sua mozione pacifista contro il riarmo Ue

Il Carroccio critica fortemente Strasburgo sul riarmo. E Tajani punta il dito contro i populisti che attaccano l’Unione europea.

La Lega presenta una sua mozione pacifista contro il riarmo Ue

Slitta alla prossima settimana il voto alla Camera sulle mozioni sul riarmo, da quella del M5S a quella di Avs fino ai testi di Azione e Pd.

Per quanto riguarda il centrodestra c’è accordo su un testo unitario che non cita il ReArmEu e impegna il governo a “favorire, successivamente alla tregua e alla firma di un accordo di pace tra la Federazione Russa e l’Ucraina, la costituzione di una forza multinazionale sotto l’egida delle Nazioni Unite, subordinata a una deliberazione del Consiglio di Sicurezza, al fine di garantire un processo di pace stabile, condiviso ed irreversibile”.

Ma, nel frattempo, il partito di via Bellerio guidato da Matteo Salvini ha fatto sapere che porterà in votazione in tutti gli enti locali e nel Parlamento europeo una mozione per dire no al piano di riarmo e per chiedere, tra l’altro, la revisione del Patto di stabilità europeo e la ridefinizione del Green deal.

La Lega presenta una sua mozione anti-riarmo che porterà negli enti locali e al Pe

Una mozione che può suonare come un’ennesima sfida ai suoi alleati di governo, soprattutto a Forza Italia favorevole al piano di riarmo Ue.

Sebbene nell’ottica del partito di via Bellerio la mozione a Roma “servirà da spunto di riflessione con gli alleati per arrivare a una sintesi comune all’insegna del buonsenso e della critica costruttiva alla burocrazia europea”. Già perché la mozione leghista sui dazi – oltre all’impegno a “rivedere” alcuni provvedimenti dell’Ue – contiene l’impegno contro il piano di riarmo Ue.

L’impegno è a “rappresentare in ogni sede opportuna, la propria ferma opposizione all’attuazione del PianoReArm Europe” chiedendo che “le risorse previste siano invece indirizzate verso altre priorità di interesse pubblico”.

La Lega insiste “sulle scadenze e i vincoli stringenti” imposte dalle politiche “sulle Case Green, dallo stop ai motori Euro 5 entro luglio di quest’anno, da quello ai motori endotermici entro il 2035, dall’obbligo del bilancio di sostenibilità per le aziende e sulle regole di bilancio del patto di stabilità e crescita” che restringono “la flessibilità di bilancio necessaria per affrontare crisi economiche o investimenti strategici”.

Tajani contro i populisti che attaccano l’Europa

Ma è sul Piano ReArm Europe/Readiness 2030 che si concentra l’attenzione della mozione leghista che contesta l’utilizzo “di leve immediatamente disponibili per mobilitare fino a 800 miliardi per investimenti per la difesa”. Intanto il vicepremier e leader di FI tuona contro i populisti anti-Ue.

“Le forze populiste puntano a disgregare quanto ottenuto in Europa con grande fatica’’, ha detto Antonio Tajani.

“Quando ci rivolgiamo ai molti che criticano l’Europa dobbiamo ricordare che grazie al mercato interno le nostre economie funzionano. Il mercato interno permette alle imprese di fare affari”.