La giornalista di Repubblica Alessia Candito racconta dell’emendamento presentato dal deputato leghista Igor Iezzi al ddl sicurezza, attualmente in discussione in commissione Affari Costituzionali, che prevede una nuova aggravante dei reati contro la pubblica incolumità “che sembra ritagliata sulla variegata rete di attivisti che da mesi protesta” contro nuove opere pubbliche. Come ad esempio il Ponte sullo Stretto.
La nuova fattispecie prevede un aumento “da un terzo a due terzi della pena” nel caso in cui “la violenza o minaccia è commessa al fine di impedire la realizzazione di un’opera pubblica o di un’infrastruttura strategica”. In sostanza dopo gli ecoterroristi il partito di Salvini (e bisognerà vedere cosa ne pensa il governo) mette nel mirino anche i ponteterroristi.
Almeno a sentire il leader di Alleanza verdi sinistra Angelo Bonelli: “Quello di Iezzi è un emendamento che vuole intimidire la legittima protesta contro il Ponte e se fosse approvato verrebbe previsto il carcere da 4 a 20 anni anche a chi con immagini o atti simbolici possa minacciare il blocco di opere infrastrutturali”. “Per chi protesta – spiega Bonelli – quindi è prevista una pena tripla rispetto alla corruzione e altri reati gravi come rapina e altro. Siamo in una vera emergenza democratica”.
Nel Paese delle leggi “ad personam”, inventarsi una legge “ad operam” sarebbe un colpo di genio straordinario se non fossimo in uno Stato di diritto dove le libertà di critica e di manifestare, entro i limiti della legge, sono riconosciute dalla Costituzione. Avanti così, non ci sarebbe da stupirsi se il prossimo passo fosse l’introduzione del reato di “opposizione politica”. Dentro e fuori dal Parlamento. Tanto per completare l’opera.