La Lega insegue Trump e chiede di uscire dall’Oms, ma le destre si dividono

La Lega, con Borghi e Bagnai, presenta una proposta di legge per inseguire Trump e chiedere l'uscita dell'Italia dall'Oms.

La Lega insegue Trump e chiede di uscire dall’Oms, ma le destre si dividono

La gara per inseguire Donald Trump è partita anche in Italia. E se Giorgia Meloni è stata invitata alla cerimonia d’insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti, allora gli altri sono costretti a inseguire. E lo fanno provando a replicare le decisioni di Trump e a trasformarle in chiave italiana. È il caso della Lega che propone di lasciare l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), esattamente come annunciato dal presidente Usa.

La proposta arriva da Alberto Bagnai e Claudio Borghi, esponenti del Carroccio che da sempre hanno espresso le loro perplessità sull’operato degli organi internazionali in tema di sanità, soprattutto durante la pandemia di Covid-19, e per questo non stupisce più di tanto. Per i due parlamentari leghisti l’Italia dovrebbe uscire immediatamente dall’Oms, come previsto dal disegno di legge depositato al Senato. E la richiesta è che ci sia “condivisione” tra gli alleati, anche se le prime risposte – da Forza Italia e Noi Moderati – sembrano invece mostrare una spaccatura interna alla maggioranza.

Anche se Borghi e Bagnai spiegano che con gli alleati è già in corso un confronto “da tempo” sul tema, tanto da chiamare in causa il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Lucio Malan, ringraziandolo per aver “condiviso buona parte di queste problematiche”. L’auspicio è quello di un “effetto domino” generato dall’annuncio di Trump. Per Borghi, l’Oms è “uno stipendificio inutile agli interessi nazionali, un carrozzone che non fa del bene al mondo ma solo ai propri dipendenti”. L’obiettivo degli esponenti leghisti è mostrare, simbolicamente, la loro vicinanza al nuovo corso statunitense, ma l’uscita dall’organismo internazionale sembra un traguardo realmente raggiungibile, a giudizio dei proponenti, che chiedono condivisione anche all’interno delle opposizioni, ovvero “quelle stesse forze che si sono sempre spinte per essere a tutti i costi atlantiste”. E che, prosegue il senatore del Carroccio, “mi sembra sia il caso che siano atlantiste anche stavolta”.

La proposta della Lega: uscire subito dall’Oms

Il disegno di legge prevede di abrogare un decreto legislativo del 1947 che lega l’Italia all’Oms e la speranza di Borghi è che venga “calendarizzato al più presto”. Peraltro sempre la Lega ha già presentato un emendamento al decreto Milleproroghe che prevede l’uscita dell’Italia dall’Oms, anche se la sua ammissibilità è in dubbio. In conferenza stampa era presente anche Roy De Vita, primario di Chirurgia plastica all’istituto Regina Elena di Roma, che ha spostato l’attenzione sui finanziamenti dell’Oms: “Tra i primi donatori c’è Bill Gates, se considerassimo l’Oms come una società per azioni il maggior azionista sarebbe lui con oltre il 30%. Di fatto l’Oms è una istituzione che segue le indicazioni di un privato”. Borghi, invece, sostiene che questa organizzazione “fa del bene” solamente a chi è al suo interno: “Un terzo del suo bilancio va negli stipendi del personale e uno stipendio medio è vicino ai 150mila euro”. Bagnai, dal suo canto, torna sulla gestione del Covid, sostenendo che “non è stata una storia di assoluto successo”.

E parte subito lo scontro a destra

Se la Lega punta a inseguire Trump, molto più fredde sono le reazioni di alcuni degli alleati. Per Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera, si tratta di “un passo un po’ troppo azzardato” e di cui comunque dovranno discutere i leader di maggioranza. Netta anche la posizione del presidente di Noi Moderati, Maurizio Lupi: “L’Oms può e deve essere migliorata, ma uscirne sarebbe sbagliato e controproducente”. Per Lupi “è fondamentale condividere dati, esperienze, conoscenze ed eccellenze” e proprio l’Oms rappresenta “il luogo dove poterlo fare”. Una posizione diametralmente opposta a quella di Bagnai e Borghi.