Da tempo è in rotta di collisione con Salvini e per questo sta provando a riportare in vita la vecchia Lega Nord. Onorevole Gianluca Pini a che punto è la sua battaglia politica?
“Diciamo che questa battaglia ha già segnato un punto a nostro favore. Questo perché, a qualche giorno dalla fissazione dell’udienza che doveva trattare la richiesta di convocazione urgente del Congresso, il commissario Iezzi, quest’ultimo messo lì da Salvini per non fare nulla, ha convocato il Consiglio per annunciare che poi avrebbe convocato il Congresso. Tutto questo suona un po’ come una presa in giro. Tuttavia qualcosa si muove e, soprattutto, dimostra che hanno paura e temevano una sonora sconfitta giudiziaria. Insomma hanno messo le mani avanti per evitare di farsi dire da un tribunale che devono convocare un Consiglio ‘altrimenti siete inadempienti’. È l’inizio della battaglia politica perché poi bisogna vedere con quali regole verrà convocato il Congresso. Dovremo essere molto vigili per evitare che qualcuno non pensi di fare furbate perché fin qui ne abbiamo viste di ogni tipo. Le dico solo che hanno negato perfino l’uso del simbolo Lega Nord per potersi presentare alle amministrative, adducendo scuse veramente ridicole, oppure che hanno regalato le tessere da un partito all’altro. La strada è lunga ma siamo sicuri che è arrivato il momento di scongelare la Lega Nord e i suoi principi che non sono la secessione ma l’autonomia”.
La Lega è sempre più spaccata. Con la sua iniziativa politica sta iniziando una scissione bianca nel partito?
“Sono due soggetti totalmente diversi quindi non si tratta di una scissione ma di rimettere in piedi qualcosa che è stato forzatamente congelato per non dare fastidio al manovratore Salvini che ha voluto far credere che la Lega Nord si fosse trasformata nella Lega di Salvini. Non solo non è vero ma è anche qualcosa di assurdo sotto il profilo giuridico perché vorrei ricordare che non ci è stato permesso nemmeno di avere autonomia politica. Guardi hanno ridotto la Lega Nord a una scatola vuota che non serve a niente. Sono fiducioso che riusciremo a ritornare in campo e le dico che da quando è uscita la notizia, ho ricevuto un migliaio di telefonate di gente pronta a rimettersi in pista sia a livello elettorale che con un impegno indiretto”.
Sul suo progetto politico rivolto al Nord, non c’è solo l’incognita di Salvini ma anche quello dei governatori a lui fedeli. C’è posto per la Lega Nord?
“Penso che i governatori siano leali ai loro elettori e territori. Poi sono parte delle istituzioni piuttosto che della politica quindi non credo siano un problema. Ma soprattutto non mi sembra che Salvini abbia ancora tutto questo potere anzi la sensazione è che stia andando a 300 all’ora contro un muro”.
Qual è la differenza tra la Lega Nord e quella di Salvini?
“La prima è che la Lega Nord è sempre stata e tornerà a essere una sorta di sindacato del mondo produttivo del Nord. L’altra è un movimento politico a caratura nazionale che basa tutto il suo consenso sull’assistenzialismo e altre cavolate, del resto il Reddito di cittadinanza, quota 100 e lo stop alle trivelle, sono tutte misure votate da Salvini”.
Salvini ha dato vita al governo con M5S e dopo anche a quello di Mario Draghi. Come giudica questa svolta governista?
“Lui è politicamente bulimico ed è attratto dal potere in una maniera che chi non lo conosce, non può nemmeno immaginare. Un potere che per altro non è nemmeno capace di gestire come ha dimostrato più volte e non solo con il Papeete. Salvini non è un uomo delle istituzioni ma della comunicazione”.
Come si spiega la débâcle alle ultime amministrative?
“Guardi è semplice. Alle amministrative si è visto che quando hai un elettorato di un certo tipo e lo snaturi spostandoti a destra, per giunta scimmiottando Fratelli d’Italia, dopo ne paghi il prezzo. Questo perché gli elettori giustamente si chiedono perché andare dalla copia quando c’è in campo l’originale. E di questo passo Salvini è destinato a prendere un altra batosta alle prossime politiche”.