La Lega disconosce e ritira il disegno di legge per vietare negli atti pubblici l’uso del genere femminile per le cariche istituzionali

La Lega disconosce il disegno di legge per vietare negli atti pubblici l'uso del genere femminile per le cariche istituzionali

La Lega disconosce e ritira il disegno di legge per vietare negli atti pubblici l’uso del genere femminile per le cariche istituzionali

Dopo fiumi di polemiche, il disegno di legge della Lega per vietare negli atti pubblici “il genere femminile per neologismi applicati ai titoli istituzionali” come “sindaca”, “rettrice”, o “avvocata”, è stato ritirato. A precisarlo sono fonti del Carroccio secondo cui “La Lega precisa che la proposta di legge del senatore Manfredi Potenti è un’iniziativa del tutto personale. I vertici del partito, a partire dal capogruppo al Senato Massimiliano Romeo, non condividono quanto riportato nel Ddl Potenti il cui testo non rispecchia in alcun modo la linea della Lega che ne ha già chiesto il ritiro immediato”.

La Lega disconosce il disegno di legge per vietare negli atti pubblici l’uso del genere femminile per le cariche istituzionali

Un dietrofront, arrivato dopo 24 ore dalla presentazione del ddl, che ha fatto esultare le opposizioni, convinte che è stato il loro intervento a bloccare la norma. “Forse anche all’interno della Lega il ddl sui nomi femminili ha lasciato basiti tanto che pare da fonti stampa ne stiano chiedendo il ritiro immediato. Resta sempre lo sconcerto su come sia possibile anche solo concepire simili iniziative, che cancellano anni e anni di lotta per la parità di genere”.

Lo scrivono in una nota le parlamentari del Movimento 5 Stelle nella Commissione bicamerale di inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere Stefania Ascari, Anna Bilotti, Alessandra Maiorino e Daniela Morfino, che fanno notare che “a questo conducono le posizioni antistoriche, anacronistiche, ideologiche e discriminatorie che la Lega di Salvini ha ormai da anni deciso di abbracciare per solleticare le parti più istintive del Paese, senza curarsi delle possibili conseguenze. Un loro senatore si è sentito autorizzato a vietare per legge l’uso del femminile, e il partito è dovuto intervenire per disconoscerlo. Ma raccolgono solo quello che hanno seminato. La Lega cessi le sue crociate contro i diritti delle donne, delle persone LGBT, dei migranti. La smetta di disumanizzare le persone e provi a fare politica, anziché ideologica propaganda. Magari recupera pure qualche voto”.

Esultano le opposizioni per il passo indietro della Lega

Dello stesso avviso anche la senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra, Aurora Floridia, secondo cui “dopo la valanga di polemiche, la Lega è costretta a chiedere il ritiro della proposta al senatore Potenti. Prevedere una multa per chi utilizza il genere femminile nei ruoli pubblici e negli atti ufficiali non è piaciuta al partito di Matteo Salvini. Questa volta la propaganda è andata male, ma resta la natura retrograda e discriminatoria sul ruolo delle donne, sia in ambito pubblico che professionale”.