Perso il campionato e rimasto fuori tanto dall’Europa League che dalla Coppa Italia, Claudio Lotito alla fine un gol è riuscito a segnarlo. Dopo tante delusioni a bordo campo quest’anno la vittoria per lui anziché all’Olimpico è arrivata a Palazzo Madama. La Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari ha accolto il suo ricorso, ritenendo che al Senato debba entrare il presidente del club biancoceleste, con la maglia di Forza Italia, ed uscire l’ex azzurro Vincenzo Carbone, che aveva detto addio a Silvio Berlusconi per abbracciare i colori di Italia Viva di Matteo Renzi. Ma prima di poter alzare la coppa Lotito deve ancora aspettare. Alla fine deciderà infatti l’aula e il triplice fischio potrebbe per lui non essere di giubilo.
IL CONTENZIOSO. La Giunta delle elezioni, tra un cambio di casacca e l’altro, non è più controllata dai giallorossi. Presieduta dall’azzurro Maurizio Gasparri, ha una maggioranza di centrodestra. E, riunitasi martedì sera, ha approvato la relazione del forzista Adriano Paroli, che accoglie il ricorso del presidente della Lazio sull’assegnazione di un seggio della circoscrizione campana e mette fuori gioco Carbone. Una decisione presa con 11 voti favorevoli e 5 contrari dopo che era stata cassata la precedente relazione di Lucio Malan, in base alla quale il seggio andava invece a Peppe De Cristofaro, sottosegretario all’Istruzione in quota LeU. Adesso dovrà essere convocata un’udienza pubblica nella quale, davanti alla Giunta, dovranno presentarsi con i propri legali sia Lotito che Carbone. E dopo un nuovo voto della Giunta, sentite le ragioni dei due, l’ultima parola spetterà all’Aula.
Se il presidente della Lazio riuscirà a spuntarla e se dovesse decidere di restare in FI, per i giallorossi si preannuncia un ulteriore voto in meno nella già risicata maggioranza a Palazzo Madama. Ma per il numero uno biancoceleste la vittoria non è appunto scontata. Lotito è dal 2004 presidente della Lazio. Coinvolto nello scandalo Calciopoli, è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Napoli a un anno e tre mesi di reclusione, ma il processo è poi finito in prescrizione. Prescrizione di cui ha beneficiato anche dopo la condanna, sempre in primo grado, per aggiotaggio. Lotito è stato inoltre indagato per evasione fiscale e false fatturazioni riguardo alla compravendita di giocatori e per falso e truffa relativamente alla cancellazione di alcune multe.
La Giunta ha ritenuto che il seggio campano spetti al presidente della Lazio in base a un complesso sistema di conteggi indicati dallo stesso imprenditore. Scelta che non ha convinto il senatore Pietro Grasso, di Leu, specificando che “la relazione Paroli” sarebbe “in alcune parti non aderente alle norme vigenti e in altre, alla luce delle verifiche e dei riconteggi operati dal Comitato, addirittura fuorviante”. A mettere il dito nella piaga la capogruppo M5s in Giunta, Elvira Evangelista. “La relazione di Forza Italia votata a maggioranza in Giunta, anche con i voti di Lega, Autonomie e Fratelli d’Italia – specifica la senatrice – poggia, a mio avviso, su presupposti infondati e a tratti fantasiosi che contraddicono il metodo di calcolo abitualmente utilizzato nella verifica dei risultati elettorali. Si tratta, ovviamente, come già avvenuto sulla vicenda dell’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini per il caso Open Arms, di una decisione che sarà assolutamente ribaltata quando la questione arriverà al vaglio dell’Aula”.