Sono stati segnalati all’autorità giudiziaria i comportamenti tenuti dal sindaco di Messina, Cateno De Luca, “perché censurabili sotto il profilo della violazione dell’articolo 290 del Codice penale (Vilipendio della Repubblica, delle Istituzioni costituzionali e delle Forze armate)”. La decisione, spiega il Viminale in una nota, è stata assunta dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese “a seguito delle parole gravemente offensive, e lesive dell’immagine per l’intera istituzione che lei rappresenta, pronunciate pubblicamente e con toni minacciosi e volgari”.
“Proprio in una fase emergenziale in cui dovrebbe prevalere il senso di solidarietà e lo spirito di leale collaborazione – scrive il Viminale -, le insistenti espressioni di offesa e di disprezzo, ripetute per giorni davanti ai media da parte del primo cittadino di Messina all’indirizzo del ministero dell’Interno, appaiono inaccettabili, e quindi censurabili sotto il profilo penale, per il rispetto che è dovuto da tutti i cittadini – e a maggior ragione da chi riveste una funzione pubblica anche indossando la fascia tricolore – alle istituzioni repubblicane e ai suoi rappresentanti”.
De Luca, da giorni, ripete che è pronto a farsi arrestare pur di impedire a centinaia di persone provenienti da Villa San Giovanni di attraversare lo Stretto. “Messina è la porta della Sicilia e io la chiudo se nessuno la controlla” ha detto nei giorni scorsi il sindaco di Messina al Corriere della Sera accusando il governo di sfornare “decreti che non fa applicare”. “Io ho minacciato tutti – ha aggiunto De Luca -, sono pronto a farmi arrestare. Come è accaduto in altra occasione. Errori di magistrati che hanno dovuto rimettermi in libertà. Difendo la salute di questa isola dove grazie ai buchi del governo abbiamo registrato più di 30 mila arrivi”.