Non si sente più parlare di nordcoreani che combattono in Ucraina al fianco dei russi. Ne deduco che o sono stati sgominati o era una balla.
Alessio Empoli
via email
Gentile lettore, senza dubbio la seconda che ha detto, perché i nordcoreani ci sono, ma nel Kursk russo, non in Ucraina. Quando Kiev mostrò le foto di due prigionieri presunti nordcoreani, scrivemmo che era una frottola: i tratti somatici non erano coreani ma mongoli. In Russia vivono da secoli diversi popoli mongoli, che sono cittadini russi. Ma l’Ucraina non è nuova a invenzioni fantasiose. Se la guerra fosse un film di Hollywood, Kiev avrebbe già vinto l’Oscar. Di contro la stampa italiana ha quasi ignorato che nei giorni scorsi i russi hanno compiuto due stragi di ufficiali Nato in Ucraina. La prima il 28 marzo a Dnipro, da dove parte un gran numero di attacchi missilistici alla Crimea. Un nugolo di droni ha distrutto il ristorante Galeone dell’hotel Bartolomeo, che ospitava appunto gli ufficiali Nato (inglesi e francesi ma forse anche altri) incaricati di azionare i sistemi d’arma complessi. I russi pare abbiano identificato la base per l’afflusso in città di molte escort di lusso, attratte dai danarosi occidentali: alcune si erano vantate sui social postando foto con gli ufficiali Nato. Si parla di 4 morti e 21 feriti. Ancora più devastante l’attacco a un altro asserito nucleo Nato a Kryvy Rih (città natale di Zelensky). Anche qui colpito un ristorante durante una riunione di alti ufficiali. I morti sarebbero 85, almeno la metà occidentali. Anche qui, pare, con l’involontaria complicità delle escort. Quando si dice la guerra e il sesso.
Inviate le vostre lettere a: La Notizia – 00195 Roma, via Costantino Morin 34 redazione@lanotiziagiornale.it