Vedo tutti questi giornali e intellettuali che premono per il riarmo. Non avranno per caso degli interessi in ballo, o per meglio dire conflitti di interessi?
Irma De Santis
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Gentile lettrice, ma che cosa le viene in mente? La correttezza dei giornali italiani è leggendaria, specchiata, fuori da ogni sospetto, come si può verificare giorno per giorno. Lunedì scorso per esempio La Stampa titolava così: “Difesa, è un dovere rafforzarla. Intervista a Tajani”. E lo stesso giorno Repubblica sparava in prima pagina: “Ue, Riarmo nazionale. Parla Costa presidente del Consiglio europeo: ‘Bisogna investire nelle industrie dei singoli Paesi’”. Oh, questo sì è parlar chiaro: un po’ di autarchia, perbacco. Compriamo italiano. Non c’è che l’imbarazzo della scelta: si può comprare da Leonardo, l’industria per cui lavorava il ministro della Difesa Crosetto, che ora casualmente è passato dall’altra parte e da venditore di armi è diventato compratore di armi. Non ci piace Leonardo? No problem, abbiamo Iveco, di John Elkann, che produce autoblindo Centauro e veicoli da combattimento Vbm Freccia e li vende allo Stato italiano nonché a Spagna, Giordania e Oman. E poi quel diavolo di ragazzo, Elkann, è entrato anche nella Rolls Royce che, a parte le famose auto, produce motori per aerei da guerra e ha commesse da Germania, Sud Corea e Gran Bretagna. Ne ha fatta di strada, quel ragazzo lì. Possiede il 14% di Stellantis, possiede Exor, Gedi… Come dice, signora? Non conosce Gedi? È l’azienda che pubblica La Stampa e Repubblica. Pronto? Pronto? Non la sento più, signora! Perché ha buttato giù il telefono? Cosa ho detto?