La chiamano TeleMeloni, ma cosa sia di preciso la Rai di questi tempi è un mistero. Come il resto della nostra televisione. Le uniche certezze sono negli ascolti che colano a picco e nella fuga dei giovani verso i Social e le piattaforme d’intrattenimento. Così com’è certo che è trascorsa un’era geologica da quando il servizio pubblico faceva da “complemento all’istruzione”, per dirla con uno dei più profondi conoscitori dell’azienda di Viale Mazzini e della concorrenza: Carlo Freccero.
Ascolti e qualità in caduta libera. E pure in tv i modelli negativi non tirano più
Ricordate programmi come “Non è mai troppo tardi,” ideati per contrastare l’analfabetismo e insegnare a quelli “rimasti indietro” a leggere e scrivere? Oggi è tutto un altro mondo, e la tv non fornisce più modelli educativi positivi, e semmai predilige quelli negativi. Nella trasmissione condotta da Alberto Manzi e andata in onda dal 1960 al ‘68, si leggevano i classici della letteratura attraverso il supporto di attori di prim’ordine, provenienti dalla dura gavetta del teatro. Vabbe’… preistoria.
D’altra parte i giovanissimi sono assorbiti da smartphone e tablet, leggono pochissimo e in tv guardano giusto i programmi spazzatura. La vecchia mamma Rai, in particolare, è andata in pensione e al suo posto oggi abbiamo una matrigna drogata di share e guadagni pubblicitari, con buona pace di qualità e contenuti. Non si può spiegare altrimenti la cifra con tanti zeri pagata all’ex agente dei paparazzi, Fabrizio Corona (nella foto), passato in questi giorni dalle “Belve” della bravissima Francesca Fagnani a “Domenica In” di Mara Venier e infine ieri sera nello zoppicante “Avanti popolo” condotto dall’ex ministra, opinionista e ballerina “con le stelle” Nunzia De Girolamo in Boccia, nel senso che è la metà di Francesco Boccia, attuale numero due del Pd.
Ma cosa sta portando di buono questa tv che strapaga per l’ospitata a sensazione e si fa sfuggire i volti storici, che campa di fiction, quiz e talk show, sminuendo l’identità delle reti, quando non addirittura snaturandole? Mediaset non se la passa meglio. Il tentativo di Piersilvio Berlusconi di ridurre la componente più trash dai programmi, e salire di autorevolezza “rubando” le trasmissioni d’élite alla Rai non sta portando i frutti sperati in termini di ascolti. Al punto da spingere il numero uno del Biscione a rinculare.
Fabrizio Corona trasmesso a reti unificate è il simbolo della crisi di idee di TeleMeloni
“Trash – dice ora – è un’espressione che non mi piace. È una scorciatoia per denigrare la tv leggera che se fatta bene sa essere popolare”. Ma soffrono anche programmi storici come “Striscia la notizia” e nuovi, o rinnovati, a partire da “Pomeriggio 5” affidato a Myrta Merlino. Per non parlare del capitolo “Grande Fratello”, dove il goffo tentativo di “ripulire” il programma è naufragato all’istante. Qui probabilmente pesa la stanchezza per un esperimento sociale ormai datato e con poco di nuovo da dire. Al punto che l’inserimento della giornalista Cesara Bonamici, o dello scrittore Giampiero Mughini, non stanno facendo la differenza con il trend di ascolti in calo per la trasmissione di Alfonso Signorini.
Ma è forse l’ultimo scivolone in ordine temporale a dare il senso più compiuto di questa deriva televisiva senza speranze. Lunedì scorso la concorrente Heidi Baci ha incontrato nella casa suo padre, che giudicando negativamente la relazione della giovane con l’attore Massimiliano Varrese le ha intimato di abbandonare il gioco, cosa che poi la ragazza ha fatto poco dopo. Così si è annientata la lotta di decenni al patriarcato. Con annesso fiume di polemiche. Nel mirino sono finiti gli autori del programma. Ed effettivamente, se queste sono le rivoluzioni televisive, i dilettanti allo sbaraglio della “Corrida” erano dei geni. Ma la colpa di tanto imbarbarimento non sta certo ai piani bassi. E in fin dei conti, dove vogliamo andare più in basso di così?