Gli establishment mondiali, con la grande finanza e le banche in primissima fila, prendono schiaffi a ogni tipo di elezioni (i casi Brexit e Trump insegnano) perché sono questi stessi poteri a schiaffeggiare ogni santo giorno i cittadini. Li schiaffeggiano costringendoli a subire un’infinita precarietà economica, ma anche illudendoli platealmente, perché al di là di tante parole non c’è spazio per i fatti. Prova più alta di questo immenso inganno – di cui scordatevi di leggere una riga sul Corriere della Sera o sul 24Ore, così come sui giornaloni americani che tiravano la volata alla Clinton – è la creazione di un nuovo immenso debito da parte della Banca centrale europea per mettere liquidità nel sistema economico. Ossigeno alla cosiddetta economia reale che in realtà non entra nei polmoni di nessuno e, men che meno, in quelli dei piccoli imprenditori e delle famiglie (cioè dei consumatori). Per mettere questi soldi nel circuito finanziario (80 miliardi di euro al mese) la Bce sta alimentando da mesi il programma di quantitative easing (cioé appunto l’immissione di liquidità monetaria).
IMPRESE TRADITE – Soldi che le banche prendono a piene mani riversandone però solo le briciole ai clienti che bussano per avere credito. A dimostrarlo, oltre a una facile constatazione empirica, sono anche gli ultimi dati forniti dalla Banca d’Italia sui prestiti bancari. Qui infatti, nonostante gli istituti scoppino teoricamente di liquidità, si registra ancora una volta a settembre la frenata per i prestiti alle imprese. Una flessione su base annua dello 0,2%, in linea con quella registrata già ad agosto. La consistenza dei prestiti alle imprese è pari a 783,36 miliardi. La Banca d’Italia nel Supplemento al suo bolletino statistico rileva invece un’accelerazione dei prestiti alle famiglie, ma prevalentemente per l’accensione di mutui, pari a +1,6% sui dodici mesi (1,5% in agosto), cioè quello che garantisce di più le banche. I prestiti al settore privato in generale risultano cresciuti dello 0,9%, ma il dato è gonfiato dalla correzione per le cartolarizzazioni e gli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci bancari. Beffa nella beffa, Bankitalia segnala che prosegue la discesa dei tassi per i prestiti alle imprese, arrivati al minimo storico dell’1,5% per i finanziamenti fino a un milione e del 2,73% per i prestiti fino a 25mila euro. Una beffa perchè con l’alibi del rating i soldi non vengono dati mai. E se i prestiti non arrivano qualunque sia il tasso non cambia nulla.