L’Austria chiude le frontiere fisiche con la costruzione del muro al Brennero. Mentre la Germania chiude quelle degli aiuti sociali. Il governo di Berlino, infatti, sta mettendo a punto una riforma per ridurre i sussidi, compresa la disoccupazione, ai cittadini europei che si trovano in territorio tedesco. La proposta è al vaglio del ministro del Lavoro, Andrea Nahles, esponente di spicco dei socialdemocratici. Secondo la riforma si potrà avanzare la richiesta dopo aver certificato un rapporto lavorativo di 5 anni senza aiuti dello Stato. Il provvedimento di fatto seguirebbe la strada intrapresa dal Regno Unito, che di recente ha previsto uno stretta ai sussidi agli stranieri anche se comunitari.
La difesa della Germania
Andrea Nahles ha difeso il progetto di legge, spiegando che si tratta di una risposta necessaria per tenere in ordine i conti. Una sentenza ha stabilito che i cittadini dell’Unione Europea, alla ricerca di lavoro in Germania, possono accedere a prestazioni sociali dopo appena sei mesi di permanenza. Dunque il governo presieduto da Angela Merkel vorrebbe limitare i casi di avuso. La misura potrebbe avere ricadute per le migliaia di cittadini dell’Ue, attualmente beneficiari di aiuti sociali di vario tipo. Secondo i dati forniti dall’Agenzia federale del lavoro, gli europei che ricevono prestazioni sociali dallo Stato sono in totale 440.000, di cui 71.000 italiani. In cim alla lista, però, ci sono i polacchi (92.000), poi i bulgari (70.000), i rumeni (57.000) e i greci (46.000).