“Angela stai serena”, verrebbe da dire con Matteo Renzi. Ma non troppo. Perché a sentire i fischi che l’hanno accompagnata al comizio finale a Monaco e a leggere gli ultimi sondaggi prima del voto di domenica 24 settembre, giorno in cui i tedeschi torneranno alle urne per il rinnovo del Bundestag, la Cancelliera ha diversi motivi per cui preoccuparsi. Diciamo prima di tutto che, a meno di clamorosi colpi di scena, la Cdu/Csu, la formazione moderata di Centrodestra guidata dalla Merkel, dovrebbe riuscire senza troppi patemi d’animo a diventare il partito di maggioranza relativa al Bundestag. Favorendo così il quarto mandato consecutivo di “Angela”. Anche se – primo aspetto preoccupante – con un calo di consensi significativo in confronto al 2013. Venerdì una rilevazione dell’Istituto di ricerca Insa per il settimanale Focus accreditava l’unione Cdu/Csu a cavallo fra il 33 e il 36%, in linea con la media dei sette principali sondaggi realizzata nei giorni scorsi dal Financial Times. Il che vuol dire 5/8 punti percentuali in meno rispetto al 41% raccolto quattro anni fa, il terzo risultato peggiore di sempre del partito.
Certo la Spd, i socialdemocratici guidati dall’ex presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, non se la passano tanto meglio: il partito oscilla infatti fra il 19 e il 22% e nel 2013 prese il 25% (-3/6%).
Dazio da pagare – È possibile che si vada verso una riedizione della Grande Coalizione fra i due principali partiti “istituzionali”, coabitazione che però ha creato problemi elettorali a tutti, specialmente ai socialisti. Ma a destare stupore, stando sempre al sondaggio di Insa, è la percentuale che rischia di raccogliere Alternative für Deutschland (AfD), il partito di estrema destra ed euroscettico che alle ultime Federali non riuscì a superare la soglia di sbarramento, fermandosi al 4,7%. Ebbene, oggi il partito di Alexander Gauland e Alice Weidel raccoglierebbe addirittura il 14%, sopra a liberaldemocratici e Verdi. La Merkel insomma rischia di pagare un tributo altissimo per le politiche di accoglienza, appoggiate pure dalla Spd. “Aprendo la Germania ai profughi, Merkel ha salvato i valori della solidarietà e la stabilità dell’Ue” ma “le paure che alcuni tedeschi sentono dei migranti rendono il tema cassa di risonanza per AfD, che qui in Germania cavalca le insicurezze dei cittadini”, ha spiegato a l’Espresso Herfried Münkler, uno dei più prestigiosi politologi tedeschi.
Dentro o fuori – Non solo. Secondo un altro sondaggio, realizzato dall’emittente Zdf, quasi 4 tedeschi su dieci sarebbero incerti su chi votare. Parte degli indecisi potrebbe scegliere di astenersi o virare, oltre che su AfD, sulle altre forze in campo, molto più staccate nei sondaggi rispetto a Cdu/Csu e Spd. I Verdi, che nel 2013 presero l’8,2%, si attesterebbero al 6. Mentre sarebbe in ascesa la Linke (sinistra), data fra il 9 e il 12%. Così come i liberaldemocratici (Fdp) che rientrerebbero al Bundestag dopo il magro 4,8% di quattro anni fa. Si vota con un sistema sostanzialmente proporzionale con soglia di sbarramento al 5%.
Twitter: @GiorgioVelardi