La Corte d’Appello di Parigi ha respinto le richieste di estradizione per i dieci ex terroristi italiani di estrema sinistra da anni latitanti in Francia. La Chambre de l’Instruction della Corte d’Appello parigina ha fatto riferimento agli articoli 8 e 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Per i dieci ex terroristi italiani l’autorità giudiziaria aveva chiesto a Parigi la loro estradizione
Si tratta di Giorgio Pietrostefani (68 anni), non presente in aula per motivi di salute, Enzo Calvitti (67), Narciso Manenti (65), Giovanni Alimonti (66), Roberta Cappelli (66), Marina Petrella (67), Sergio Tornaghi (63), Maurizio Di Marzio (60), Raffaele Venturi (70), Luigi Bergamin (72).
Per i 10 ex militanti dell’estrema sinistra l’autorità giudiziaria italiana aveva chiesto l’estradizione (leggi l’articolo). Sono accusati di reati legati al terrorismo e si rifugiarono in Francia a partire dagli anni ’70.
Pietrostefani, il più famoso di tutti, fu condannato in Italia come mandante dell’omicidio del commissario Luigi Calabresi. Per ragioni di salute non è mai comparso davanti ai giudici francesi da quando la procedura è ricominciata, nella primavera dell’anno scorso.
In alcuni casi, la Corte d’Appello di Parigi, già interpellata in passato dalle autorità italiane, aveva espresso un parere favorevole all’estradizione, negli anni ’90 e 2000. Ma poiché tale parere non si è mai concretizzato in un’effettiva esecuzione dell’estradizione, è considerato superato. La Chambre de l’Instruction, il 29 settembre 2021, aveva già rinviato ogni decisione sull’estradizione dei dieci terroristi italiani (leggi l’articolo).
Un legale della difesa aveva spiegato nei giorni scorsi che la Francia ha 4 mesi di tempo per eseguire la decisione e lo Stato che l’ha richiesta ha due mesi di tempo per ricorrere se non viene eseguita. Se questo non viene fatto, la questione è automaticamente archiviata e solo in presenza di nuovi fatti si può nuovamente richiedere l’estradizione.
Tre dei dieci ex terroristi si trovano in questa situazione: Maurizio Di Marzio (leggi l’articolo), che in Francia si è rifatto una famiglia e fa il ristoratore, Roberta Capelli, che lavora nel sociale, e Marina Petrella, assistente sociale. Per tutti e tre era stato espresso parere favorevole all’estradizione dai giudici della Corte d’Appello di Parigi, ma poi era mancata la volontà politica di eseguirla.
In particolare, nel caso di Petrella, l’allora presidente Nicolas Sarkozy aveva rinunciato dopo una campagna a favore dell’ex terrorista, le cui condizioni di salute non erano buone.
Ad aprile 2021, durante un’operazione condotta dall’antiterrorismo, erano stati arrestati, insieme all’ex Lotta Continua Pietrostefani, anche gli ex brigatisti Narciso Manenti, già militante dei Nuclei Armati Contropotere Territoriale, su cui pende una condanna all’ergastolo, e cinque ex membri delle Brigate rosse: Giovanni Alimonti, che deve scontare una pena di 11 anni, 6 masi e 9 giorni; Enzo Calvitti, condannato a 18 anni, 7 mesi e 25 giorni; Roberta Cappelli, Marina Petrella e Tornaghi, quest’ultimi condannati all’ergastolo. Il giorno successivo si erano poi consegnati alla polizia anche Luigi Bergamin e Raffaele Ventura, il primo deve scontare 16 anni, 11 mesi e un giorno e 20 anni il secondo (leggi l’articolo).
“Posso valutare nei prossimi giorni l’esistenza nell’ordinamento francese di una impugnazione del tipo di quella prevista dall’art.706 cpp, ovvero il ricorso per Cassazione, nel caso di estradizioni per l’estero” ha detto il procuratore generale di Milano, Francesca Nanni, riferendosi, in particolare, a Giorgio Pietrostefani e Sergio Tornaghi.
“La Francia ha deciso 25 anni fa che l’avrebbe accolto e le persone non sono pacchi postali che possono essere rispediti indietro. È una decisione ragionevole presa per la tutela delle persone e del radicamento familiare ed esprimo soddisfazione, anche perche’ ho sempre pensato che lui sia innocente” ha spiegato, parlando con l’Ansa, l’avvocato Alessandro Gamberini, legale italiano di Pietrostefani.