Nel dibattito internazionale interviene il presidente della Francia Emmanuel Macron. Che se fosse italiano sarebbe sicuramente ascritto alla lista dei putiniani. Per sua fortuna, e per fortuna del dibattito internazionale, in Europa tira un’altra aria e così è normale riflettere sugli equilibri europei e sui condizionamenti Usa e allo stesso tempo è ragionevole riflettere sui delicati equilibri internazionali che condizionano l’eventuale ingresso dell’Ucraina nell’Ue.
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Il presidente francese infatti ritiene che l’ingresso dell’Ucraina nella Nato sarebbe vissuto dalla Russia come un’azione conflittuale e che non sia lo “scenario più probabile”. Lo ha affermato in un’intervista a diversi media ieri, all’indomani della visita di Zewlensky a Washington. “L’ingresso dell’Ucraina nella Nato sarebbe percepito dalla Russia come qualcosa di conflittuale. Non è con questa Russia che si può immaginare”, ha detto ai quotidiani francese Le Monde, americano Wall Street Journal e libanese An Nahar e ha insistito sulla necessità di concedere “garanzie di sicurezza” all’Ucraina ma anche alla Russia alla fine del conflitto ucraino, posizione che gli è valsa forti critiche da Kiev e dall’est Europa.
“Alla fine, dovremo mettere tutti intorno ad un tavolo. E allora tutti gli europei e gli occidentali che danno lezioni di morale mi spieghino con chi saranno seduti intorno al tavolo”, ha detto. “Non voglio che siano solo i cinesi e i turchi a negoziare il giorno dopo”, ha detto, riferendosi in particolare agli sforzi di mediazione della diplomazia turca. Il presidente francese ha anche nuovamente invocato l’autonomia strategica dell’Europa, all’interno della Nato, ma con una minore dipendenza dagli Stati Uniti. “Non c’è architettura di sicurezza europea senza autonomia strategica, nella Nato e con la Nato, ma non dipendente dalla Nato”, ha sottolineato.
“Un’alleanza non è qualcosa da cui dipendo, è qualcosa che scelgo (…) Dobbiamo ripensare la nostra autonomia strategica”, ha insistito. “L’Europa deve guadagnare in autonomia tecnologica, capacità, anche nei confronti degli Stati Uniti”, ha ripetuto il presidente francese. Secondo il presidente francese l’Europa per essere più forte deve riuscire a dipendere meno dalla Nato. Un’Europa più forte consentirà al continente di diventare più autonomo all’interno dell’Alleanza atlantica, agendo “all’interno della Nato, con la Nato, ma anche non dipendendo dalla Nato”, ha affermato Macron al Wall Street Journal.
“Un’alleanza non è qualcosa da cui dover dipendere. È qualcosa che posso scegliere, qualcosa con cui lavoro… Dobbiamo ripensare la nostra autonomia strategica”, ha dichiarato. “Un’alleanza non è qualcosa su cui dovrei fare affidamento. è qualcosa che dovresti scegliere, qualcosa con cui lavorare. Dobbiamo ripensare la nostra autonomia strategica”, ha affermato il capo dell’Eliseo.
Alle dichiarazioni di ieri del presidente Macron non ha riposto praticamente nessuno. Accade sempre così quando qualcuno prova a riflettere sul ruolo dell’Europa all’interno dell’Alleanza atlantica. Ogni volta che qualcuno si permette di mettere in discussione gli equilibri della Nato viene tacciato di antiamericanismo o, peggio, di vicinanza con Putin. Eppure questa vergognosa invasione russa sta dimostrando come l’Europa sia troppo spesso un’appendice di decisioni prese da altri. Non si tratta di essere “meno amici dell’Ucraina”, come strumentalmente accusa qualcuno, ma semplicemente più europeisti nel senso più pieno del termine. Avrebbe voluto farlo Giorgia Meloni e invece spicca solo, malinconico, Emmanuel Macron.