Soldi, soldi, soldi. Il business della Coppa del Mondo di calcio non conosce sosta per la Fifa. Alla faccia della sobrietà dopogli scandali che hanno travolto i vertici dell’organizzazione calcistica. Dal 2026, infatti, i Mondiali saranno a 48 squadre, 16 in più rispetto all’attuale formula. “Questo nuovo format potrà esser giocato nello stesso numero di giorni, le squadre potranno giocare un massimo di 7 match così come oggi”, ha spiegato il presidente della Fifa, Gianni Infantino. “Il numero di stadi impegnati sarà di 12, come oggi. Dall’altra parte ci saranno 16 nuove nazioni che avranno la chance di partecipare e vincere. È una buona scelta per lo sviluppo del calcio”, ha aggiunto il numero uno della federazione.
Abbuffata – Il motivo ufficiale della riforma è quello di dare spazio a un maggior numero di nazioni. La realtà è che in questo modo il business viene allargato. Per carità, tutto legittimo: il pallone è ormai una macchina per produrre quattrini sfruttando la grande passione popolare. Ma a essere sacrificato, pradossalmente, sarà lo spettacolo, vittima della bulimia di partite. Senza dimenticare i pericoli per la trasparenza: la Fifa ha vissuto momenti molto difficili, che hanno portato all’abbandono del grande capo del circo pallonaro: lo svizzero Sepp Blatter. Ma il nuovo corso non sarà proprio incentrato sulla sobrietà. E l’annuncio di ieri, peraltro atteso da settimane, è la conferma che i vertici sono cambiati ma la logica resta intatta: fare cassa con gli eventi più attesi.
Addio tradizione – Per gli appassionati di calcio l’ultimo Mondiale nel formato tradizionale sarà il prossimo, quello del 2018 in Russia per cui sono in corso le qualificazioni. Con l’annuncio dell’allargamento a 48 nazionali dal 2026, nulla sarà come prima. Perché già nel 2022 in Qatar lo spettacolo si proporrà in maniera molto diversa, a cominciare dallo stravolgimento del calendario internazionale: la competizione si deve disputare in inverno (la finale si giocherà giusto una settimana prima di Natale, il 18 dicembre) per garantire condizioni climatiche accettabili. Anche in questo caso nella Fifa ha prevalso il desiderio di monetizzare, facendosi beffe dei problemi organizzativi per i calciatori. E senza badare alle condizioni dei lavoratori in Qatar, per cui sono state denunciati molti abusi sui diritti più elementari. Dal punto di vista pratico il Mondiale in versione extra large vedrà le nazionali suddivise in 16 gironi da 3: la vincitrice del mini raggruppamento avrà diritto all’accesso ai sedicesimi, che si disputeranno con una partita da dentro o fuori, senza alcun appello. La ripartizione per continenti penalizza l’Europa, che avrà solo 16 squadre, una per ogni gruppo. Tanto che la riforma è stata bocciata dall’Associazione dei Club Europei (Eca): “Siamo consapevoli che questa decisione sia stata presa sulla base di motivi politici piuttosto che sportivi e sotto una notevole pressione politica, cosa che l’Eca considera sfortunata”, ha detto il presidented dell’associazione, il tedesco Karl-Heinz Rummenigge.