Sarà solo una bozza. Un testo incompleto, in attesa del 23 settembre. Ma il Consiglio dei ministri convocato per domani darà comunque il via libera al Piano strutturale di bilancio, che verrà poi inviato in Ue con ampio ritardo.
La formula dovrebbe essere il classico “salvo intese”, ma di fatto quella che verrà licenziata domani sarà solo una bozza contenente numeri parziali, in attesa della revisione quinquennale del Pil da parte dell’Istat che arriverà il 23 settembre.
Piano strutturale di bilancio, le prossime tappe
A quel punto, il 24 il testo dovrebbe tornare in Consiglio dei ministri per un aggiornamento, per poi essere trasmesso alle Camere intorno al 25-26 settembre. Solo dopo l’approvazione parlamentare il Piano del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, verrà trasmesso alla Commissione Ue, quindi probabilmente a inizio ottobre.
In ritardo rispetto alla scadenza prevista per il 20 settembre, ma che pochi Paesi, a quanto risulta finora, rispetteranno. Nel testo verrà definito il piano di rientro, un sentiero lungo sette anni e non quattro nel caso dell’Italia. Dovranno essere definite anche le riforme da attuare per rispettare gli obiettivi. Il rientro in sette anni corrisponde a una riduzione annua del deficit di circa 12-13 miliardi.
Probabile un intervento, in tema di riforme, su materie come la concorrenza e la giustizia. E parte da qui la definizione della prossima manovra, iniziando dagli 11 miliardi per confermare il taglio del cuneo fiscale e i 4 per la riduzione delle aliquote Irpef. Servono, poi, altri 10 miliardi per il resto. Ma senza interventi in deficit, con una manovra che appare già quasi blindata.