La campagna militare di Israele a Gaza ha causato devastazioni senza precedenti. Decine di migliaia di persone sono state uccise, molte delle quali donne e bambini, e molte altre sono rimaste ferite. Più della metà degli edifici di Gaza sono stati danneggiati o distrutti, inclusi importanti siti culturali e religiosi come moschee, musei, siti storici e cimiteri. Utilizzando immagini satellitari e video open source, Scripps News e Bellingcat hanno identificato oltre 150 siti di patrimonio culturale o religioso danneggiati o distrutti a Gaza.
Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) dichiarano di non avere una dottrina che miri a causare danni massimi alle infrastrutture civili, indipendentemente dalla necessità militare. Tuttavia, ciò non ha evitato che alcuni dei siti esaminati, come cimiteri e moschee, siano stati distrutti o danneggiati. La distruzione diffusa ha attirato l’attenzione delle Nazioni Unite, poiché il bersagliamento intenzionale di siti di patrimonio culturale violerebbe il diritto internazionale.
Devastazione dei siti culturali e religiosi
Dopo otto mesi di guerra, oltre 35.000 palestinesi e 1.200 israeliani sono stati uccisi. Secondo le Nazioni Unite, più del 75% della popolazione di Gaza è stata costretta a lasciare le proprie case, spesso spostandosi ripetutamente. La distruzione ha colpito duramente anche i siti archeologici, alcuni dei quali risalenti a migliaia di anni fa. Un esempio significativo è un sito sulla costa a nord di Gaza City, danneggiato già nel 2021 e ulteriormente colpito durante l’invasione di terra del 2023.
Forensic Architecture, un gruppo di ricerca con sede nel Regno Unito, ha analizzato i danni al sito, identificando decine di crateri causati da attacchi aerei e movimenti di veicoli militari. Anche stazioni costruite per pompare acqua di mare nei tunnel di Hamas minacciano la terra a lungo termine, danneggiando ulteriormente le rovine archeologiche e mettendo a rischio le riserve idriche di Gaza.
L’invasione di terra ha danneggiato numerosi siti archeologici, come il Tell Ali Muntar, un sito occupato ininterrottamente per secoli. La pressione sulla terra a Gaza, uno dei luoghi più densamente popolati del mondo, porta a costruire su siti archeologici, mettendo ulteriormente a rischio il patrimonio culturale.
Le moschee, parte integrante della vita quotidiana dei palestinesi, sono state gravemente colpite. L’Unesco ha documentato i danni a 47 siti di interesse culturale, sottolineando l’impatto devastante sulla vita delle persone. La moschea Al Omari, uno dei siti più famosi, è stata quasi completamente distrutta. La distruzione di questi luoghi non è solo una perdita storica, ma anche un colpo alla vita quotidiana della popolazione.
Implicazioni internazionali e perdita d’identità
Il gruppo Heritage for Peace ha documentato i danni ai siti culturali e religiosi a Gaza, pubblicando un rapporto dettagliato. La distruzione di oltre 100 moschee e 21 cimiteri evidenzia la gravità della situazione. Anche il sito di un mosaico bizantino scoperto sotto un uliveto nel 2022 è stato pesantemente danneggiato.
La protezione del patrimonio culturale è cruciale durante i conflitti armati. La Convenzione dell’Aia protegge esplicitamente i beni culturali, e la distruzione di questi siti è stata utilizzata come prova nel caso contro Israele presso la Corte Penale Internazionale. Preservare la cultura palestinese diventa ancora più importante di fronte a questa devastazione. Molti osservatori internazionali ritengono che la distruzione del patrimonio culturale a Gaza non sia solo una questione di perdita storica, ma un attacco alla vita e all’identità di un intero popolo.