di Stefano Sansonetti
A qualcuno potrebbe apparire non proprio chiara la relazione tra il business del fotovoltaico e il ministero della difesa. Eppure il dicastero, guidato nell’ultimo anno da Giampaolo Di Paola e adesso affidato alle cure di Mario Mauro, proprio sul settore dei pannelli solari sta cercando di costruire un po’ d’affari. E come controparte, nei giorni scorsi, è spuntata una società tedesca. Diciamo subito che le operazioni consistono nel dare in affitto terreni militari ad aziende che siano interessate a costruirci sopra impianti fotovoltaici. I canoni d’affitto, allora, rappresentano la prospettiva d’incasso del ministero. Il quale, nel portare avanti questo piano, si serve della Difesa Servizi, società al 100% del dicastero, nata qualche anno fa su inziativa dell’allora ministro Ignazio La Russa e dell’allora sottosegretario Guido Crosetto. Il veicolo, in questi anni, si è mosso un po’ in sordina. Ma i suoi affari hanno richiamato l’attenzione di diverse società, anche dall’estero.
Arrivano i tedeschi
Uno degli ultimi accordi perfezionati ha visto protagonisti la Difesa Servizi, guidata dall’ad Lino Girometta, e addirittura un’azienda tedesca. Ebbene, la società pubblica ha affittato 10 ettari di terreno che sorgono intorno a una stazione radio a Sellia Marina, in provincia di Catanzaro. A mettere le mani sulla superficie, dietro pagamento di un canone di 5.400 euro a ettaro, è stata un’impresa che si chiama Santa Severa Centrale Pv. Si tratta di una società in accomandita semplice i cui soci sono entrambi tedeschi. Nella parte del socio accomandante c’è la Belectric Solarkraftwerke, con sede a Kolitzheim in Baviera, in quella di socio accomandatario troviamo la Belectric Italia srl, il cui pacchetto di maggioranza è in mano a un’altra società energetica bavarese che si chiama Hoch Rein. Proprio nei giorni scorsi è arrivata l’autorizzazione unica per la costruzione di un impianto fotovoltaico da 5,4 megawatt. Struttura piccola, per carità, dietro alla quale c’è però un movimento che, almeno nelle intenzioni, avrebbe dovuto portare alla Difesa Servizi incassi per 12 milioni di euro. Per tutta una serie di problemi, però, i terreni su cui sorgeranno impianti portarenno solo qualche milione di euro.
Ma in cassa pochi milioni
I piani della società, infatti, prevedevano la cessione in affitto di 13 lotti di terreni tra caserme, poligoni e stazioni radio, per un totale di 700 ettari. Su queste cifre, in pratica, era stata costruita la stima di introiti per 12 milioni di euro. Ad aver inciso negativamente su questi obiettivi sono stati fondamentalmente tre motivi: le altalenanti vicissitudini degli incentivi al settore del fotovoltaico, le richieste delle sovrintendenze e le non sempre giustificate resistenze delle amministrazioni locali. Ma tant’è.
Il ruolo di Enel
Chi sembra aver abbracciato con una certa convinzione il progetto fotovoltaico portato avanti dalla Difesa Servizi è Enel Green Power, società di energie rinnovabili del colosso elettrico guidato da Fulvio Conti. In questo caso la società del dicastero della difesa ha dato in affitto 87 ettari nei pressi di Serre Tersano, in provincia di Salerno, a un canone di 10.200 euro a ettaro. Ne è venuto fuori un impianto da 21 megawatt. In realtà Enel Green Power avrebbe voluto mettere le mani anche su altri terreni, ma le risistenze di cui si è detto alla fine hanno fatto sfumare il progetto. L’obiettivo sarebbe stato quello di effettuare un investimento fino a 100 milioni di euro per utilizzare i terreni del poligono di Teulada, in Sardegna. Enel Green Power aveva messo nel mirino uno dei due lotti predisposti dalla Difesa Servizi, ma la strenua opposizione di parte dell’amministrazione comunale ha bloccato sul nascere ogni possibilità di sfruttamenbto del territorio. Un po’ la stessa storia che è andata in scena a Lombardore, in provincia di Torino, dove erano stati messi in affitto 72 ettari di poligono per un impianto fotovoltaico da 45 megawatt. Per ora rimasto sulla carta.
Si punta a far soldi anche con le stazioni radio
La nuova frontiera del business per il ministero della difesa coinvolge le stazioni radio. Sono tante e si sta pensando di sfruttarle a dovere. In che modo? Semplice, mettendole a disposizione delle aziende di telecomunicazioni interessate a installarci ripetitori, naturalmente dietro pagamento di un compenso alla Difesa Servizi spa. Si tratta della società attraverso la quale il ministero, da oggi retto da Mario Mauro, sta cercando di portare un po’ di soldi in cassa (vedi l’articolo sopra). Nata qualche anno fa su iniziativa dell’allora ministro La Russa, la società è partita con l’ambizioso obiettivo di reperire risorse attraverso diversi canali: lo sfruttamento economico dei marchi delle Forze Armate, l’affitto di terreni e tetti di caserme per la costruzione di impianti fotovoltaici, la sfruttamento commerciale dei servizi metereologici, la valorizzazione degli immobili e via dicendo.
L’ultimo bilancio approvato, relativo al 2012, parla di un volume d’affari complessivo di 6 milioni di euro e di utili per 300 mila. Cifre contenute, ma c’è da considerare che il 2012 è stato il vero anno di entrata a regime di alcune di queste attività. In ogni caso, per l’anno in corso, si punta a chiudere con un fatturato intorno ai 10 milioni di euro.
Nei giorni scorsi i vertici della società, il presidente Armando Novelli e l’ad Lino Girometta, si sono concentrati sulla questione delle stazioni radio di proprietà del ministero. Inizialmente l’offerta comprendeva 114 siti militari eventualmente sfruttabili. Sono arrivate diverse manifestazioni di interesse da parte di Telecom, H3G, Vodafone e Wind, tutte grosso modo intenzionate a valutare l’opportunità di pagare il ministero per installare ripetitori nell’aree. Alla fine, però, l’interesse vero e proprio si è concentrato su 54 siti, con una bella scrematura rispetto alla lista iniziale. Anche qui è probabilmente prematuro cercare di capire che margini di profitto ci sono. Si parla di diversi milioni di euro.
Di sicuro gli attuali vertici della società pubblica stanno cercando di mettere in evidenza tutte le potenzialità della struttura, anche quelle sin qui inespresse. Il tutto per far sì che l’attuale ministro Mauro continui a puntare su di essa.