Niente alleanza con Denis Verdini. Ma nemmeno un’apertura a Pier Luigi Bersani sul referendum. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, affida al Corriere della Sera la spiegazione della strategia per le prossime settimane, dopo aver minacciato di usare il lanciafiamme per cambiare il Pd. “Vorrei che ci occupassimo del futuro del Paese, non del futuro dei parlamentari. Il male della politica italiana è di avere troppi partiti e troppi politici. Ci vogliono invece più idee nei partiti e più buona politica”, ha affermato il premier.
Sul rapporto con Verdini, Renzi ha ribadito la linea ufficiale: “L’alleanza parlamentare con Verdini nasce dal fatto che nel 2013 si sono perse le elezioni. E con Verdini quel gruppo dirigente ha già governato votando insieme la fiducia a Monti e a Letta. Quel gruppo dirigente ha scelto Migliavacca e Verdini per fare un accordo — poi saltato — sulla legge elettorale”. Quindi ha evidenziato: “E adesso se Verdini — che non è ovviamente rappresentato al governo — vota con noi in Parlamento questo sarebbe un problema? Quanto alle Amministrative, l’alleanza a Napoli e Cosenza, perché queste erano le due città interessate, mi pare che avesse carattere locale. E che non abbia funzionato per nessuno. Nel 2018 il Pd si presenterà da solo, un partito a vocazione maggioritaria come previsto dallo statuto”.
Renzi ha anche respinto l’invito di Bersani a non mettere banchetti alle Feste de L’Unità per la campagna del “sì” al referendum. “Se la riforma non passa l’Italia tornerà a ballare per l’instabilità e l’ingovernabilità e torneremmo a essere il problema dell’Europa. E io dovrei vergognarmi di quello che abbiamo fatto?”, ha detto Renzi. “La nostra comunità rispetta chi vuole votare in altro modo, noi non espelliamo nessuno. Ma una cosa è il rispetto per chi non la pensa come la maggioranza, altra cosa è annullarsi, vergognarsi delle nostre riforme, nascondere i nostri tavolini e le nostre bandiere”, ha concluso sulla questione.
Infine, sulla “paura” per la crescita del Movimento 5 Stelle, Renzi ha scelto una posizione cauta. “Quando ci saranno le elezioni politiche la partita sarà una partita a tre. Il Pd, un candidato del Movimento 5 Stelle e vedremo chi sarà, un candidato del centrodestra, e vedremo chi sarà. Gli italiani sceglieranno, a quel punto”. “Ma – ha chiosato – se ci sarà un sistema istituzionale finalmente funzionante l’Italia avrà fatto un passo avanti chiunque vincerà quelle elezioni. Io personalmente rispetto tutti e non ho paura di nessuno”.