L’elisir di lunga vita passa anche dalla tavola. La dieta mediterranea, se seguita correttamente, aiuta a prevenire malattie neurodegenerative, cardiovascolari e obesità. In chi la ignora invece, comporta una maggiore insulino-resistenza, responsabile dell’insorgenza del diabete e dei danni al fegato. I dati del Bloomberg Global Health Index che vede l’Italia prima nella classifica dei Paesi più in salute a livello mondiale e con maggiore aspettativa di vita confermano quello che la scienza ormai certifica e ripete da diversi anni: l’elisir dei residenti nel Bel Paese è la dieta mediterranea. Consumo quotidiano di frutta e verdura di stagione, legumi e cereali, pesce, uova e olio di oliva, senza eccedere con carne e formaggi: questi gli elementi cardine della dieta nostrana, che favoriscono il consumo di acidi grassi monoinsaturi rispetto a quelli saturi e, allo stesso tempo, il consumo di nutrienti con proprietà anti-infiammatorie che aiutano a diminuire colesterolo “cattivo”, stress ossidativo e trigliceridi.
Patrimonio Unesco – Grazie a queste caratteristiche nel 2010 è diventato patrimonio Unesco perché ritenuta alleata della salute. Molti, infatti, gli studi che ne hanno dimostrato il ruolo nella prevenzione di diverse malattie. Uno degli ultimi, pubblicato sull’International Journal of Cancer, ha rivelato che è un’ottima alleata nella prevenzione di una forma molto aggressiva di cancro al seno: un maxi-studio condotto su oltre 62 mila donne mostra che chi segue fedelmente la tradizione mediterranea ha un rischio inferiore del 40% di ammalarsi di cancro al seno Er-negativo, quello non dipendente dagli ormoni estrogeni. Un altro trial ne ha invece dimostrato la funzione antidepressiva: la ricerca ha coinvolto 67 pazienti con depressione da moderata a grave e osservato che in chi per 12 settimane aveva seguito una dieta mediterranea il livello di depressione era calato e in alcuni casi si era addirittura raggiunta la remissione.
Bambini sani – Uno, invece, condotto dai ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e pubblicato sulla rivista Nutrition, si è concentrato sul ruolo protettivo nei confronti del fegato grasso, problema che in Italia riguarda circa il 15% dei bambini, percentuale che cresce fino all’80% tra i bambini obesi. Ponendo l’attenzione su una dieta ricca di frutta fresca, verdura, cereali (meglio se integrali), noci, fagioli, pesce e olio d’oliva, gli studiosi hanno verificato la capacità della dieta mediterranea di ridurre quasi della metà (47%) il rischio di malattie al cuore. La ciliegina sulla torta è, infine, anche lo stretto collegamento tra la dieta mediterranea e la perdita di peso, la riduzione del rischio di diabete, l’abbassamento della pressione sanguigna e dei livelli di colesterolo nel sangue. Insomma, l’Italia è il Paese in cui si mangia meglio al mondo. L’italiano medio è quindi più in salute dei cittadini di altri paesi e la sua qualità di vita è migliore.