Partiamo da un assunto: è più che doveroso che i parlamentari in pericolo abbiano la scorta. Atto giusto, drammaticamente inevitabile e per il quale ora più che mai il Parlamento deve essere unito. Dopo il caos sulla vicenda Cospito, infatti, è stata stilata una lista di persone ritenute appunto a rischio e per cui è stato necessario innalzare il livello di sicurezza, con servizi di tutela ‘assegnati’ in via d’urgenza.
Scorta per Delmastro e Donzelli. Stesso trattamento anche per il leghista Ostellari. Per il duo FdI tutto nasce dalle loro rivelazioni
A finire nel mirino sono i due sottosegretari alla Giustizia Andrea Delmastro e Andrea Ostellari e il vicepresidente del Copasir Giovanni Donzelli. Dopo il rafforzamento della vigilanza sui luoghi sensibili, sale il livello di attenzione da parte degli apparati di sicurezza per prevenire possibili azioni violente degli anarco insurrezionalisti nei confronti di soggetti che, direttamente o indirettamente, possono essere collegati alla vicenda di Alfredo Cospito, l’anarchico ormai arrivato al 108esimo giorno di sciopero della fame in carcere.
Resta però il dubbio su un aspetto: se nessuno avesse mai rivelato atti e ricostruzioni segrete probabilmente il caso non sarebbe mai scoppiato. E non è detto che sia finita qui dato che la data cerchiata in rosso è il 12 febbraio, termine entro il quale il ministro della Giustizia Carlo Nordio dovrà decidere in merito all’istanza di revoca del 41 bis presentata dal legale.
Dalla Procura antimafia e antiterrorismo è arrivato uno spiraglio, far tornare Cospito al regime di alta sicurezza, mentre per il pg di Torino, che sostiene l’accusa nel processo in corso, deve restare al 41 bis. Il Guardasigilli potrebbe anche non pronunciarsi, il che equivarrebbe ad un rigetto della richiesta. Il 15 febbraio, inoltre, ci sarà nell’aula della Camera una nuova informativa del Governo.
L’attenzione è dunque altissima su tutta una serie di soggetti coinvolti nella vicenda. Per i sottosegretari Delmastro, con delega alle carceri, e Ostellari, con delega al trattamento dei detenuti, sono state attivate misure di sicurezza “in via d’urgenza e temporanea” da parte del Dap: si tratta di una “tutela provvisoria” con un’auto blindata e la presenza di agenti, in attesa della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza a Roma prevista per il 10 febbraio nel quale sarà decisa l’assegnazione della Scorta.
Una misura che è invece già scattata per Donzelli, il deputato di Fdi le cui parole alla Camera durante l’informativa di Nordio hanno scatenato una bagarre con l’opposizione. E non si esclude che lo stesso possa accadere, anche su iniziativa delle varie Prefetture, per una serie di magistrati che sono chiamati ad esprimersi o che in passato hanno indagato sulla vicenda Cospito, oltre ad esponenti delle forze dell’ordine e dell’amministrazione della Giustizia.
Nel frattempo a tacere su quanto sta accadendo è la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni che anche dalla Germania ha preferito glissare su quanto sta accadendo in Italia, difendendo – al di là della tensione per la scorta – il comportamento dei suoi. Quanto al contenuto dei colloqui tra i detenuti Cospito ed altri, riferiti dall’onorevole Donzelli, Nordio ha precisato che “non sono stati oggetto di un’attività di intercettazione ma frutto di mera attività di vigilanza amministrativa.
In conclusione, la natura del documento non rileva e disvela contenuti sottoposti al segreto investigativo o rientranti nella disciplina degli atti classificati”. Questa la posizione del ministero della giustizia. Ma il caso non è chiuso. La procura di Roma, dopo aver ricevuto un esposto presentato da Angelo Bonelli, ha aperto un fascicolo. Saranno i pm ora a valutare.