Secondo quanto riportato nella determina della Regione Lazio del 26 maggio 2023 che stabilisce il livello massimo di finanziamento per l’anno 2022 delle strutture pubbliche e private accreditate, le principali aziende ospedaliere romane hanno perso diversi milioni di euro rispetto al 2021 perché molto probabilmente i fondi non sono stati spesi a causa dell’emergenza Covid che ha subito un calo.
Con l’arrivo di Rocca alla Regione Lazio i fondi del 2023 per i pronto soccorso sono ancora un’incognita
Come ad esempio il San Camillo Forlanini di Roma che a fronte di 54.098 accessi in pronto soccorso nel 2022 ha un finanziamento di circa 18,5 milioni, mentre nel 2021 a fronte di 49.370 accessi ha ricevuto quasi 26,5 milioni. Invece nel 2022 l’ospedale San Giovanni, a fronte di 42.530 accessi, ha oltre 7 milioni di finanziamento contro i quasi 20 milioni per 37.220 accessi del 2021. Per il Policlinico Umberto I, che nel 2022 ha avuto 97.837 accessi, il finanziamento è di circa 26 milioni e mezzo, ma nel 2021 per 87.449 accessi aveva ricevuto quasi 31 milioni di euro.
A raddoppiare di fondi invece è il pronto soccorso del Biocampus medico che passa da oltre 1 milione e 900mila per 11.207 accessi del 2021 a circa 4,3 milioni. Infine il totale dei finanziamenti del 2022 di tutti i pronto soccorso pubblici e privati è di circa 248 milioni di euro. Nell’anno precedente invece tra i fondi per pronto soccorso pubblici e privati era di circa 280 milioni.
In sostanza con la chiusura dei bilanci del 2022 si è tirata una linea di demarcazione, ma il tema vero rimane se e come la regione Lazio finanzierà le attività del 2023 visto che aziende ospedaliere e asl stanno impiegando già una quota del loro bilancio di 70 milioni per l’aumento agli addetti all’emergenza. Un fatto che desta preoccupazione soprattutto con l’aumento del costo dei farmaci e delle malattie croniche.
Così il governatore che aveva appena accontentato le sigle sindacali con 100 euro l’ora (lordi) per i medici, che per trovarseli in busta paga dovranno sdoppiarsi con turni massacranti dovrà fare i conti con l’estate che ormai è alle porte e la sanità laziale guidata da Rocca rischia la paralisi per mancanza di risorse e personale. Un fatto che inciderà purtroppo ancora una volta sulla salute dei cittadini, soprattutto anziani e fragili. Ma la paralisi della sanità non ha fermato il valzer di nomine di Rocca che in questi 100 giorni è proceduto a ritmi sostenuti. Il governatore del Lazio intanto continua a spostare caselle e uomini. Ecco le ultime mosse in arrivo
Infatti il direttore generale Egisto Bianconi coinvolto nel 2015 nell’inchiesta giudiziaria del caro estinto (quando era direttore generale all’ospedale Sant’Andrea) fresco di nomina all’Asl di Viterbo dovrebbe secondo le fonti de La Notizia, essere spostato a Tor Vergata al posto del direttore generale Giuseppe Quintavalle che rimarrebbe commissario dell’Asl Roma 1. Quintavalle che ancora una volta si trova bypassato, perché sarebbe dovuto andare lui a ricoprire il ruolo di Andrea Urbani alla direzione della sanità. Urbani che oggi vanta addirittura due incarichi ed ha nominato come capo della sua segretaria Tiziana Parisi.
Dal giro di valzer invece resta fuori Egidio Schiavetti, storico capo segreteria dell’assessorato alla sanità dell’ex assessore Alessio D’Amato il cui incarico è stato “abolito” per una ripianificazione che mette in pratica tutto nelle mani di Urbani ormai deus ex machina di Rocca. E proprio quest’ultimo secondo le voci che circolano in regione avrebbe deciso di mollare la sanità laziale conferendo l’incarico all’assessore ai servizi sociali di Fratelli d’Italia Massimiliano Maselli.