Ieri mattina i camion dell’Ama carichi dei rifiuti dei romani hanno ricominciato a sfilare su via Ardeatina per raggiungere la discarica di Albano Laziale, alle porte di Roma, appena riaperta con l’obiettivo di risolvere, almeno in parte, le criticità scaturite dal maxi-rogo che un mese fa ha messo fuori uso il Tmb di Malagrotta.
Gualtieri riapre la discarica di Albano Laziale, alle porte di Roma. La comunità locale è sul piede di guerra
Proprio domenica scorsa, al termine di un incontro in prefettura, in cui si è discusso anche dell’emergenza rifiuti, l’assessora capitolina, Sabrina Alfonsi, aveva comunicato l’imminente riapertura del sito di Albano – chiuso per sequestro a marzo scorso per l’interdittiva antimafia che pende sulla Ecoambiente che gestisce il sito, e dissequestrato a fine maggio – oltre alla riattivazione dell’impianto di Guidonia.
Una decisione che è stata presa anche in seguito alla serie dei gravi incendi che sono divampati nella Capitale nell’ultimo mese e che, secondo Alfonsi, nonostante le indagini siano ancora in corso, avrebbero a che fare con interessi legati alla filiera dei rifiuti. Fatto sta che la notizia, però, non è piaciuta a chi ad Albano ci vive, primo fra tutti al sindaco Massimiliano Borelli, amico di partito di Gualtieri, che ha definito “a dir poco fastidiosa e ingiustificabile l’arroganza con la quale sindaco e assessora capitolini comunicano le decisioni senza avere il minimo rispetto istituzionale di avvertire il sindaco, il ‘padrone di casa’ nella quale si è deciso, ancora una volta, di entrare senza bussare”.
I residenti, intanto, sono già sul piede di guerra tant’è che, armati di sedie pieghevoli, ieri mattina si sono radunati davanti ai cancelli della discarica in segno di protesta, stanchi di dover subire sulla propria pelle i problemi della Capitale diventandone, come sintetizza con un post su Facebook l’Associazione Salute Ambiente Albano, l’“immondezzaio”.
Uno dei cittadini presenti sul posto, rivolgendosi all’agenzia Nova, racconta di aver perso la moglie quattro anni fa a causa di un tumore e che per chi vive lì, a pochi passi dalla discarica, “la riapertura significa la morte”. Quello che preoccupa maggiormente comitati e residenti è, infatti, la troppa vicinanza del sito alle case, l’aumento della mortalità e l’inquinamento dell’aria e delle falde acquifere.
A sostenere le ragioni dei manifestanti anche alcuni esponenti delle istituzioni, tra cui la senatrice di Sinistra italiana, Elena Fattori, secondo la quale l’impianto in questione sarebbe “diventato il rifugio dei peccatori della giunta capitolina: ogni volta che succede qualcosa”, incalza, “si riapre la discarica di Albano, incuranti del fatto che i Castelli Romani sono dei comuni virtuosi. È ora di finirla di scaricare sulla periferia e sulla provincia tutte le incapacità romane, le inettitudini, e le illegalità. Ci attiveremo sia a livello regionale che nazionale e cercheremo di fermare questo scempio”.
Intanto, in Consiglio regionale la maggioranza avrebbe rimandato la discussione di un ordine del giorno proprio sulla discarica di Albano, prevista per ieri. Un atteggiamento che, secondo i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, Chiara Colosimo e Giancarlo Righini, “denota un certo nervosismo della giunta Zingaretti”, aggiungendo che “il sindaco Gualtieri, con la complicità del presidente Zingaretti, continua a prendersi gioco della popolazione solo per salvaguardare le loro scelte scellerate in tema di rifiuti”.