La cura Gratteri più passa il tempo e più mostra i suoi frutti. Quella messa in campo dalla Procura di Catanzaro è stata una maxi operazione che ha debellato una delle cosche più potenti di tutta la Calabria, gli Arena. Oltre 500 tra agenti della Polizia di Stato appartenenti alle Squadre Mobile delle Questure di Catanzaro e Crotone, Carabinieri del Ros e del Reparto Operativo – Nucleo Investigativo di Catanzaro e Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria e della Compagnia di Crotone con il concorso dei rispetti Uffici e Comandi centrali, hanno arrestato infatti 68 persone, destinatarie di un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura di Catanzaro a carico di altrettante persone accusate di associazione di tipo mafioso, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale, tutti aggravati dalla modalità mafiose.
I provvedimenti sono stati disposti dalla Direzione Distrettuale Antimafia guidata dal Procuratore Capo Nicola Gratteri, a seguito di indagini coordinate dal Procuratore aggiunto Vincenzo Luberto. Un’inchiesta che, come detto, ha portato di fatto a smantellare la storica e potentissima cosca di ‘ndrangheta facente capo alla famiglia Arena, al centro di articolati traffici delittuosi nelle provincie di Catanzaro e Crotone. Dalle indagini, spiega una nota, oltre alle tradizionali dinamiche criminali legate alle estorsioni, capillarmente esercitate sul territorio catanzarese e su quello crotonese, è emerso che la cosca controllava, a fini di lucro, la gestione del centro di accoglienza per migranti di Isola Capo Rizzuto e coltivava ingenti interessi nelle attività legate al gioco ed alle scommesse.
Nel corso delle indagini è emerso che la cosca Arena, da decenni al centro delle vicende criminali nel crotonese, aveva imposto la propria assillante presenza anche sull’area ionica della provincia di Catanzaro ove, direttamente attraverso i propri affiliati, a mezzo di propri fiduciari nominati responsabili della conduzione delle attività delittuose o attraverso la messa “sotto tutela” di cosche alleate, aveva monopolizzato il business delle estorsioni ai danni di esercizi commerciali ed imprese anche impegnate nella realizzazione di opere pubbliche.
Ci sono anche il parroco di Isola Capo Rizzuto, don Edoardo Scordio, 70 anni, e il governatore della Misericordia, Leonardo Sacco, 38 anni, tra le persone fermate nel corso dell’operazione “Jonny” contro la cosca Arena. Al centro dell’indagine, ed anche del fermo dei due personaggi particolarmente noti, c’è il centro di accoglienza richiedenti asilo di Isola Capo Rizzuto gestito dal 2012 dalla potente confederazione delle Misericordie. La struttura Sant’Anna, posizionata in una vecchia area militare, lungo la statale 106, è una delle più grandi in Italia ed è capace di ospitare oltre 1.600 persone al giorno.