La sanità lombarda riesce a privatizzare anche il pubblico. A dirlo è una ricerca, commissionata dalla Cgil Funzione Pubblica della Lombardia al Dipartimento di Scienze Politiche, Giuridiche e Studi Internazionali dell’Università degli Studi di Padova, presentata in occasione del recente congresso della FP svoltosi a Varese.
Secondo una ricerca della Cgil Funzione Pubblica della Lombardia conferma la tendenza a privatizzare la sanità pubblica
La ricerca ha indagato il sistema degli acquisti di servizi da parte del Sistema sociosanitario regionale lombardo, tramite un’analisi delle procedure di gara, degli affidamenti diretti e dell’attribuzione di incarichi libero professionali che hanno coinvolto il servizio sanitario e sociosanitario pubblico nel corso del 2021. Si tratta, in generale, di servizi acquistati da operatori esterni (cooperative e società di servizi private), che prestano la loro attività a seguito dell’aggiudicazione di procedure di gara, di affidamento diretto o, nel caso di persone fisiche, di attribuzione di incarichi libero professionali.
“L’output del progetto”, spiegano le autrici della ricerca, la professoressa Maria Stella Righettini e la dottoressa Monica Ibba, “consiste nella realizzazione di una mappatura che vada oltre la mera narrazione dei dati economici di bilancio, ed entri nel merito della ratio delle decisioni e dell’organizzazione del sistema sanitario regionale”.
Il lavoro svolto dalle due ricercatrici è adesso confluito in un corposo documento di 128 pagine, ricco di grafici e tabelle, che cerca di rispondere a tre domande in particolare: quanto lavoro privato c’è nella sanità regionale pubblica lombarda? In quali servizi del sistema sociosanitario Lombardo è prevalente il ricorso a fornitori esterni? Quali tendenze caratterizzano le singole province? “Il lavoro privato nella sanità pubblica Lombarda: le tessere mancanti di un puzzle da ricomporre”, questo il titolo della ricerca, ha analizzato la governance dei servizi di tutte e 43 le istituzioni sanitarie e sociosanitarie pubbliche lombarde che ricomprendono le 8 Agenzie di Tutela della Salute (ATS), le 27 Aziende Socio-Sanitarie Territoriali (ASST), le 7 Aziende di Servizi alla Persona (ASP) e l’Agenzia Regionale Emergenza Urgenza della Lombardia (AREU).
Nel 2021 le esternalizzazioni ammonta a 2,5 miliardi di euro
Nell’anno preso in esame, il 2021, l’entità delle esternalizzazioni ammonta a 2,5 miliardi di euro. Tra i liberi professionisti, le figure più richieste per i servizi di natura non Covid-19 sono medici (oltre 1000) e psicologi (oltre 700) nelle ASST; medici veterinari (oltre 90) nelle ATS; medici (oltre 100), infermieri (oltre 90) e fisioterapisti (oltre 40) nelle ASP. In totale, sono circa 3.100 gli incarichi libero professionali di nuova attivazione o che risultano attivi nel corso del 2021 (5.100 se si considerano i dati Covid-19), equivalente al 3% (5% se si considerano i dati Covid-19) della forza lavoro delle Aziende e Agenzie analizzate, considerando l’ammontare del personale dipendente dei medesimi enti a circa 100mila unità.
Nei 43 enti sanitari regionali reclutati da fuori 12.500 professionisti soprattutto medici e psicologi
Le risorse umane esternalizzate complessivamente coinvolte nelle 43 istituzioni sanitarie e sociosanitarie pubbliche si aggirano attorno alla cifra di 12.500. “La ricostruzione del dato sulle risorse umane reclutate nel mercato costituisce uno degli elementi più interessanti e innovativi della ricerca”, sostiene il sindacato di categoria della Cgil: “Il fenomeno infatti rappresenta un’importante sfida per la sanità pubblica, anche a seguito del fenomeno delle ‘dimissioni’ del personale medico”.
“L’entità della forza lavoro operante nell’ambito dei contratti pubblici stipulati dalle Aziende e Agenzie del sistema sociosanitario lombardo e gli affidatari dei servizi è, però, di complessa e difficile determinazione” secondo la FP Cgil.