Tempi duri per i furbetti del cartellino. Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato la parte della riforma Madia che impone una stretta agli statali disonesti: entro 48 ore scatta la sospensione e, in presenza di prove schiaccianti, entro 30 giorni può arrivare il licenziamento. La misura riguarda anche la figura del dirigente: chi non denuncia le azioni fraudolente rischia di perdere il posto di lavoro. Cambia, rispetto alla formulazione iniziale, l’aspetto sul danno di immagine. “La denuncia al Pubblico Ministero e la segnalazione alla competente Procura regionale della Corte dei conti avverrà, ora, entro 20 giorni (non più 15) dall’avvio del procedimento disciplinare in modo da evitare un eccessivo accavallamento dei termini e delle procedure poste a carico delle pubbliche amministrazioni”, spiega Palazzo Chigi.
Ma il provvedimento non è solo concentrato sugli statali. La riforma Madia interviene anche sulle società partecipate, venendo incontro ai rilievi mossi dalla Corte costituzionale. “Il termine per la ricognizione, in funzione della revisione straordinaria, di tutte le partecipazioni possedute, in scadenza il 23 marzo 2017, è portato al 30 giugno 2017 per dare tempo alle amministrazioni di adeguarsi al decreto” ed è prorogato al 30 giugno 2017 il termine entro il quale le società a controllo pubblico effettuano una ricognizione del personale in servizio, per individuare eventuali eccedenze”, ha sottolineato il comunicato del Governo.