Le Lettere

La crisi tedesca

La crisi tedesca

La Germania è in recessione per il secondo anno consecutivo, 2023-2024. Le sanzioni colpiscono i sanzionatori. La vedo brutta per l’Europa.
Egidio Mercuri
via Facebook

Gentile lettore, si potrebbe attribuire tutta la colpa del disastro a Scholz, e in effetti la crisi tedesca deriva in gran parte dalla sua viltà. Però è l’intero sistema politico tedesco che si è dimostrato vile e inadeguato al compito storico. Tutti sapevano che la guerra e le sanzioni, dopo anni di provocazioni a Mosca, erano un piano americano per demolire Russia e Germania insieme, i poli di una possibile alleanza che alla lunga avrebbe minato l’egemonia statunitense. Non è un caso che gli Usa abbiano fatto saltare il Nord Stream, attribuendo poi il colpo a un fantomatico gruppo di ucraini. Scholz era stato ammonito da gente come Schroeder e Lafontaine, due ex leader della Spd. Glielo aveva detto in faccia perfino Biden, nel febbraio 2022, giorni prima dell’invasione russa, quando Scholz uscì dalla Casa Bianca pallido e scosso. Davanti a lui Biden disse: “Il Nord Stream non entrerà in funzione. Sappiamo come fermarlo”. Detto, fatto. Ma in scia a Scholz, tragico clown, hanno marciato i partiti di governo e di opposizione, il Presidente Steinmeier e, come in Italia, tutto il sistema stampa-tv. Solo la sinistra di Sahra Wagenknechte e la destra dell’Afd si sono opposte al conformismo generale. A febbraio Scholz sarà spazzato via dalle elezioni. Ma intanto c’è la recessione, con record di fallimenti e licenziamenti. La produzione è tornata ai livelli del 2006: cancellati 20 anni di crescita, per cosa? Per favorire gli interessi americani.