Qualche lento passo in avanti c’è, ma la crisi del mercato immobiliare non è affatto alle spalle. E non basta la previsione di un taglio dei tassi da parte della Bce a giugno per rincuorare chi vuole acquistare casa in Italia. I prezzi restano altissimi, soprattutto in alcune città, nonostante i mutui diventati quasi inaccessibili abbiano fatto crollare le compravendite.
Gli ultimi dati ufficiali sono quelli dell’Istat: nel quarto trimestre del 2023 l’indice dei prezzi delle abitazioni è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente, ma è aumentato dell’1,8% rispetto allo stesso periodo del 2022. E ad aumentare sono soprattutto i prezzi delle nuove abitazioni (+8,9%). Nonostante il calo delle vendite, quindi, i prezzi non scendono.
La crisi del mercato immobiliare, le compravendite continuano a scendere
Non migliora la situazione delle compravendite, che continuano a scendere negli ultimi mesi del 2023, anche se le perdite sono minori rispetto al passato. L’osservatorio dell’Agenzia delle Entrate, pubblicato a marzo, evidenzia come nell’ultimo trimestre del 2023 il calo degli acquisti di case sia stato del 3,3%, ovvero quasi 202mila compravendite effettuate, 7mila in meno di un anno prima.
In tutto il 2023 le abitazioni vendute sono state quasi 710mila, in calo di circa il 10% rispetto al 2022. E crollano gli acquisti con mutuo: nell’ultimo trimestre meno del 40% delle compravendite è avvenuta tramite finanziamento. Non basta, quindi, che i mutui siano già scesi – in attesa del primo taglio dei tassi – rispetto ai massimi toccati durante il 2023.
Anno in cui, per la prima volta, si registra un calo degli acquisti delle abitazioni. Ma gli operatori del settore sono ottimisti e pensano che nel 2024, complice anche la netta discesa da cui si parte, il trend si potrebbe invertire. Ma prima di qualsiasi previsione è meglio aspettare i dati del primo trimestre 2024.
Gli acquisti delle abitazioni nelle diverse città
La diminuzione delle compravendite è stata più marcata nei comuni capoluogo, con un calo del 4,7% nell’ultimo trimestre, ovvero 3mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2022. Ma anche nei comuni non capoluogo si registra una flessione del 2,7%.
Come spiega il Sole 24 Ore, nelle otto città più grandi per popolazione, la variazione annua negativa è ancora maggiore: -5,7%, ovvero circa 1.800 acquisti in meno rispetto agli stessi mesi dell’anno prima. I dati peggiori sono quelli di Roma (-11%) e Firenze (-8%), ma anche di Bologna (-5,7%). Meno marcato (al di sotto del 3%) il calo degli acquisti a Napoli, Milano e Palermo.