Il mercato immobiliare è in difficoltà e i dati del 2023 testimoniano queste problematiche, legate al rialzo dei tassi della Bce, ma non solo. Dopo il boom del 2022, la vendita di abitazioni è nettamente calata e per l’anno in corso è attesa una discesa del 13%.
Non andrà meglio nel 2024, quando il calo previsto è del 5,9%. La crisi deriva dal rialzo dei tassi da parte della Bce per contrastare l’inflazione, che va di pari passo con la contrazione del potere d’acquisto delle famiglie.
Ma c’è anche un’altra ragione, spiegata al Sole 24 Ore da Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari: “Il mercato sta frenando per mancanza di prodotto”, afferma dopo la presentazione del report annuale sull’andamento immobiliare.
La crisi del mercato immobiliare non dipende solo dalla Bce
Il problema, sottolinea, è che la domanda “di chi vuole investire per avere una casa più bella, per cambiare città o per altri motivi resta molto alta e si scontra con una qualità del prodotto che ogni giorno è più scadente”.
Un problema di qualità, quindi. Non è bastato neanche il Superbonus, che ha riguardato 600-700mila abitazioni in tutta Italia. La riqualificazione energetica, a suo avviso, ha dato “pochi frutti” dal punto di vista delle vendite, perché una casa riqualificata “non viene premiata dal mercato come una casa nuova”.
Inoltre l’efficientamento energetico è complicato in alcune zone come i centri storici o i luoghi con alto interesse paesaggistico come la Toscana. Tutto ciò si aggiunge all’aumento dei prezzi nel 2023: dopo tanti anni di stagnazione la crescita media è stata del 2,8% per il settore residenziale.
Le punte si toccano a Bologna (+4%), Ancona (+5,2%), Roma (6%) e Firenze (6,9%). Aumenti legati, a giudizio di Breglia, anche al boom delle locazioni turistiche, ovvero gli affitti brevi che il governo vuole arginare. Una questione che si fa sentire soprattutto in città come Bologna e Firenze, meno invece a Roma.