Il rendiconto delle spese sostenute da Alessandra Todde e dal Comitato elettorale M5S nella campagna per le regionali del 2024 è pienamente regolare. A confermarlo ieri la delibera 1/2025 della Corte dei Conti, che ha effettuato una verifica sulle spese dei partiti e dei singoli candidati.
Si tratta del secondo esame, dopo quello svolto dal Collegio regionale di garanzia elettorale della corte d’appello di Cagliari. Allora l’esito fu assai diverso, tanto che il 3 gennaio scorso il Collegio (a maggioranza di 4 voti contro 3) concluse la verifica con un’ordinanza di decadenza per la presidente Todde, motivata da supposte irregolarità nelle spese elettorali. Contro quel provvedimento la Todde ha presentato ricorso al tribunale ordinario e la prima udienza è fissata per il 20 marzo prossimo.
Un enorme punto a favore della Todde
La verifica della Corte dei Conti non smentisce né sostituisce l’ordinanza, ma sicuramente rappresenta un punto pesante a favore della governatrice. Secondo quanto si legge nella delibera della Corte, complessivamente le spese sostenute dal comitato elettorale, “con lo scopo di organizzare e coordinare ogni sorta di attività volta a promuovere e a svolgere la campagna elettorale del Movimento 5 stelle per le elezioni del Presidente della Regione”, ammontano a 90.670,01 euro costituite, oltre che dai 55.000 euro versati e rendicontati da Giuseppe Conte, da contributi e finanziamenti erogati da persone fisiche e/o società per 35.670,01 euro.
Il conto corrente dedicato e il mandatario elettorale
Ai giudici contabili, che avevano chiesto approfondimenti su alcune fatture e sull’azione del comitato 5 stelle, il senatore Ettore Licheri aveva anche spiegato che l’attività è stata svolta “a favore non solo della candidata presidente, ma di tutti i candidati della lista Movimento 5 stelle e dell’intera coalizione”. Il parlamentare ha poi ribadito che “le spese per la propaganda elettorale, anche se direttamente riferibili ad un candidato o ad un gruppo di candidati, sono computate esclusivamente al committente che le ha effettivamente sostenute, purché esso sia un candidato o il partito di appartenenza”.
Spiegazione che potrebbe far cadere uno dei rilievi più gravi sollevati dall’ordinanza di decadenza, ovvero l’assenza di un conto corrente dedicato in cui far confluire i finanziamenti per le spese elettorali. Ora, appurato che non ci sono state irregolarità, resta quello della mancanza di un mandatario elettorale, questioni che sarà dibattuta davanti al tribunale.
Intanto il Movimento festeggia
Intanto però il Movimento festeggia la prima vittoria: “La Corte dei Conti certifica che non ci sono stati errori nella rendicontazione del Movimento in Sardegna e, ovviamente, che non c’è stata alcuna azione ‘poco chiara’ della sua Governatrice Alessandra Todde”, dichiarano i capigruppo di Camera e Senato del M5S Riccardo Ricciardi e Stefano Patuanelli, “Mesi e mesi di campagna mediatica per darci, come al solito, degli “scappati di casa” per poi scoprire che stiamo parlando del nulla. L’unica soddisfazione è che il 20 marzo, finalmente, ci vedremo in tribunale con il Collegio Regionale che ha chiesto la decadenza di Todde sulla base delle spese del Comitato”.
“La destra di rassegni, abbiamo vinto noi”
“La destra si rassegni, ha perso. Questi continui tentativi di delegittimare la giunta Todde stanno sfiorando il ridicolo”, dice invece la senatrice Sabrina Licheri. “La giunta non è paralizzata e lo dimostra anche l’ultima legge di riordino approvata sul sistema sanitario. Gli unici che vorrebbero paralizzare la giunta sarda sono proprio loro del centrodestra che non si rassegnano di aver perso una Regione dopo averla distrutta e lasciata nei guai che ora tocca ad altri risolvere. Altro che incompetenza”, conclude Licheri.
FdI: “E’ solo una cortina fumogena, non è cambiato nulla”
Messaggio non ricevuto dall’opposizione, come dimostrano le parole del capogruppo in Consiglio regionale Paolo Truzzu: “Non è credibile che i Cinquestelle non sappiano leggere una delibera della Corte dei Conti, che non riguarda la rendicontazione della candidata Todde, perciò è evidente che vogliano creare una cortina fumogena, in palese malafede, per nascondere la loro sciatteria. Con l’aggravante che vorrebbero far apparire i loro errori come un complotto del centrodestra, mentre la contestazione sulla regolarità è stata fatta da un organo di garanzia presieduto da un magistrato”.