Nessun rientro della spesa, corruzione “devastante” e riforme pasticciate. Così la Corte dei Conti stronca totalmente quanto fatto fin qui dal Governo Renzi. È quanto emerge dalla relazione sul rendiconto generale dello Stato 2016. Sul fronte della lotta alla corruzione – sostiene il procuratore generale Claudio Galtieri – il sistema dei controlli “si struttura in una serie di ‘sottosistemi’ a connessione estremamente debole fra di loro, tanto da correre il rischio di essere un ‘non sistema‘ al cui costo complessivo, non indifferente, non corrisponde una proporzionale utilità”. Tale sistema, dice ancora Galtieri, “è scarsamente efficace per contrastare quei comportamenti illeciti i cui effetti negativi sulle risorse pubbliche sono spesso devastanti”. Secondo il magistrato serve quindi “un ripensamento globale e senza pregiudizi di tutti i meccanismi di controllo” per “semplificare il quadro normativo eliminando interferenze e parziali sovrapposizioni”. In questo modo, conclude, sarebbe più facile raggiungere un duplice obiettivo: “Dare una spinta all’efficienza della spesa con effetti positivi anche sul mercato e contribuire ad aumentare concretamente il livello del contrasto a fenomeni di illecito e di corruzione”.
Spending review – Se la lotta alla corruzione arranca, allo stesso modo le risorse pubbliche soffrono per la mancata attuazione della spending review, parola d’ordine di ogni esecutivo dell’ultima legislatura. O quantomeno per il suo uso disinvolto nel finanziare, di volta in volta, le priorità del momento. Per la magistratura contabile, “le misure messe in atto sembrano avere salvaguardato l’operare di interventi di sostegno dei comparti produttivi”, ma “non hanno prodotto risultati di contenimento del livello complessivo della spesa”. Per questo, dice presidente delle sezioni riunite Angelo Buscema: “Resta ancora attuale la necessità di una revisione attenta di quanto può, o non può, essere a carico del bilancio dello Stato”.