La Corte Costituzionale ha ritenuto “inammissibile, per ragioni processuali, la questione relativa alla impossibilità, per gli esercenti le professioni sanitarie che non abbiano adempiuto all’obbligo vaccinale, di svolgere l’attività lavorativa, quando non implichi contatti interpersonali”.
La Consulta salva l’obbligo vaccinale. La Corte ha ritenuto “inammissibili e non fondate” le questioni poste da cinque tribunali
“Sono state ritenute invece non irragionevoli, né sproporzionate, le scelte del legislatore adottate in periodo pandemico sull’obbligo vaccinale del personale sanitario” riferisce una nota della Consulta diramata al termine di una lunga Camera di consiglio.
“Ugualmente non fondate – scrive ancora l’Ufficio stampa della Corte Costituzionale -, infine, sono state ritenute le questioni proposte con riferimento alla previsione che esclude, in caso di inadempimento dell’obbligo vaccinale e per il tempo della sospensione, la corresponsione di un assegno a carico del datore di lavoro per chi sia stato sospeso; e ciò, sia per il personale sanitario, sia per il personale scolastico”.
La Corte costituzionale era chiamata a pronunciarsi sulle questioni di illegittimità sollevate da cinque uffici giudiziari sull’obbligo di vaccinazione contro il Coronavirus per alcune categorie professionali e per gli over 50 introdotto nel 2021 dal governo Draghi.
Diversi i dubbi sollevati dai tribunali di Brescia, Catania e Padova, dal Tar della Lombardia e dal Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Sicilia. Alcuni riguardavano la stessa legittimità dell’obbligo vaccinale, altri la proporzionalità delle sanzioni, soprattutto con riferimento ai lavoratori a distanza, e la sicurezza dei vaccini anti-Covid.