La corsa per il Comitato paralimpico: l’eredità ha un peso (anche) economico

La guida del Comitato paralimpico ha un peso che non è solo simbolico e l'eredità è pesante anche dal punto di vista economico.

La corsa per il Comitato paralimpico: l’eredità ha un peso (anche) economico

Grandi manovre in vista del 26 giugno nel mondo dello sport. Sarà l’election day e riguarderà sia il CONI che il CIP. Partite aperte con poste in palio molto alte ma non solo dal punto di vista simbolico.
C’è in gioco un’eredità importante e la guida di due Enti Pubblici con il prestigio che ne consegue e con la capacità di indirizzo di scelte e impiego di risorse pubbliche. Ma se sul CONI lo scenario è ancora in divenire al CIP il quadro sembra abbastanza chiaro. A sfidarsi saranno Roberto Valori, ex presidente della FINP (nuoto paralimpico), e Giunio De Sanctis, attuale presidente della Federbocce.

Tramontate le voci che vedevano in partita anche atlete o atleti paralimpici. I due contendenti dovranno raccogliere la pesante eredità di Luca Pancalli, presidente che per oltre due decenni è stato l’uomo che ha creato e fatto crescere il movimento paralimpico, per come oggi lo conosciamo.

La partita del Comitato paralimpico e la pesante eredità, anche economica

A votare, è bene ricordare, saranno anche 21 Federazioni Olimpiche, le stesse che eleggeranno il presidente del CONI. Una partita, dunque, legata a doppio filo con quella del Foro Italico che vedrà i vertici dello sport italiano rinnovarsi. Giovanni Malagò, infatti, non è più ricandidabile per effetto della legge che impone il limite dei tre mandati, Luca Pancalli ha già annunciato la corsa alla guida del CONI. Ma guai a considerare quella del CIP una sfida minore. Oltre al prestigio dell’Ente pubblico che ormai è in crescita vertiginosa c’è anche una posta in palio anche di natura economica. Non è un caso che è anche sugli aspetti economici che si gioca una parte della campagna elettorale.

Innanzitutto, il CIP, a differenza del CONI, continua a distribuire le risorse alle Federazioni (anche olimpiche) assegnate dal Governo. Il bilancio del CIP ha, inoltre, un volume di circa 30 milioni di euro. Ma non solo.
Il presidente del CIP ha un’indennità di carica pari a 120mila euro. Un’indennità che però, a quanto risulta, l’attuale presidente delle Federbocce non percepirà in quanto in pensione e quindi nel pieno dei divieti imposti dalla legge Madia per il personale in quiescenza.

Una cifra considerevole se si considera che i presidenti delle Federazioni olimpiche hanno diritto a un’indennità di 36mila euro (tranne alcune eccezioni). Roberto Valori ha invece inserito nel suo programma l’equiparazione delle indennità per i presidenti delle nove Federazioni Sportive Paralimpiche. Oggi, infatti, le Federazioni Paralimpiche percepiscono la metà del compenso dei loro colleghi olimpici.

Dai territori, invece, si vocifera che De Sanctis potrebbe contemplare nei propri punti di programma anche un’indennità ai presidenti dei Comitati regionali, anche se le norme che regolano e disciplinano gli Enti pubblici attualmente non lo prevedono. Insomma, una battaglia a colpi di promesse (e di potere) nella migliore tradizione. Forse è anche questo un segnale di normalizzazione e dei tempi che cambiano.